Beirut (Libano), 31 ago. (LaPresse) – Sono tutti in salvo i 75 caschi blu filippini attaccati dai ribelli siriani nelle basi Onu sulle alture del Golan. Nessuna notizia invece dei 44 peacekeepers delle Fiji rapiti nella stessa regione. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon ha telefonato al premier delle Fiji Frank Bainimarama e ha promesso che le Nazioni Unite stanno “facendo tutto il possibile per ottenere la liberazione incondizionata e immediata dei caschi blu fijani”. Intanto, in un comunicato pubblicato online i militanti del Fronte Nusra, gruppo affiliato ad al-Qaeda in Siria, hanno rivendicato il sequestro e pubblicato una foto che mostra i peacekeepers nelle loro uniformi militari con 45 carte di identità. C’è incertezza sul numero degli uomini sequestrati visto che il governo fijano ha sempre parlato di 44 caschi blu rapiti. Gli uomini coinvolti in questa crisi fanno parte dell’Undof, una missione Onu che dal 1974 sta monitorando il disimpegno delle truppe siriane ed israeliane al confine tra le due nazioni dopo la guerra del 1973. Il suo mandato è stato rinnovato per sei mesi, fino al 31 dicembre 2014. Ne fanno parte, oltre a uomini delle Fiji e delle Filippine, anche forze di Olanda, India, Irlanda e Nepal. In tutto, 1.223 caschi blu.
LA CRISI – Giovedì scorso, un gruppo armato, che poi si è rivelato essere il Fronte Nusra, ha sequestrato 44 caschi blu originari delle Fiji nelle Alture del Golan. Altri 81 peacekeeper filippini risultavano bloccati nelle loro postazioni nelle basi Ou sul Golan, nei dintorni di Ar Ruwayhinah e Burayqah. Immediato l’intervento del segretario generale Onu Ban Ki-Moon che ne chiedeva il rilascio senza condizioni. Dalle Fiji il generale di brigata dell’esercito, Mosese Tikoitoga, ha dichiarato che i soldati sono vivi e stanno bene, sebbene non sia stato possibile mettersi in contatto diretto con loro. Il generale di brigata dell’esercito filippino Doming Tutaan ha spiegato in un secondo momento che i ribelli hanno circondato due accampamenti filippini chiedendo ai soldati di deporre le armi. Quando i caschi blu si sono rifiutati di farlo, “la situazione si è trasformata in un confronto statico”, ha affermato Tutaan, aggiungendo che tuttavia che “I nostri soldati sono preparati, addestrati e in grado di gestire questa situazione, ci assumeremo i rischi necessari per rispettare il nostro impegno internazionale verso la sicurezza e la pace”. Sia il contigente fijano che quello filippino hanno rifiutato di ritirarsi dalla Siria.
LA RIVENDICAZIONE – Il rapimento dei caschi blu è stato rivendicato nel frattempo dal gruppo Fronte Nusra, affiliato ad al-Qaeda in Siria. In un comunicato pubblicato on-line, il gruppo ha pubblicato una foto che mostra i peacekeepr nelle loro uniformi militari con 45 carte di identità. Il gruppo ha detto che gli uomini “sono in un luogo sicuro e in buona salute, e tutto ciò di cui hanno bisogno in termini di cibo e medicine gli è stato fornito”. Nella loro dichiarazione, i militanti non hanno presentato richieste o condizioni per il rilascio dei caschi blu. Il Fronte Nusra ha accusato le Nazioni Unite di non aver aiutato il popolo siriano da quando la rivolta contro il presidente Bashar Assad è iniziata nel marzo del 2011 e ha dichiarato che i figiani sono stati sequestrati in rappresaglia contro l’Onu che ha ignorato “lo spargimento di sangue quotidiano dei musulmani in Siria” e che è colluso con l’esercito di Assad “per facilitare il suo movimento a colpire i musulmani vulnerabili attraverso una zona cuscinetto sulle alture del Golan”.
L’ATTACCO – Sabato mattina il capo della difesa filippina Voltaire Gazmin ha annunciato che sulle alture del Golan alcuni peacekeeper di Manila sono stati attaccati dai ribelli siriani. L’attacco, ha spiegato, è iniziato all’alba. Non ci sono state vittime. La sparatoria è iniziata nella base di Rwihana dove 40 caschi blu filippini erano circondati da combattenti di al-Nusra che stavano ordinando loro di arrendersi, secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano dei diritti umani.
LA FUGA – Un primo gruppo di 35 soldati filippini è stato fatto evacuare ieri dalla base di Breiqa grazie a veicoli blindati delle Nazioni unite e da peacekeeper irlandesi, dopo che i ribelli siriani avevano attaccato la base Onu di Rwihana a circa 4 chilometri di distanza. Gli altri 40 soldati, assediati a Rwihana, hanno affrontato i ribelli siriani in uno “scontro a fuoco durato sette ore”, per poi raggiungere a piedi una postazione Onu a 2 chilometri di distanza, grazie al buio della notte, come dichiarato dal capo dell’esercito filippino, il generale Gregorio Pio Catapanghanno.
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