Il Cairo (Egitto), 20 ago. (LaPresse/AP) – L’esercito israeliano ha condotto circa 30 raid contro obiettivi a Gaza, mentre i militanti hanno sparato almeno 70 razzi verso il territorio dello Stato ebraico. Circa duemila riservisti israeliani mandati a casa due settimane fa sono stati richiamati in servizio, ha fatto sapere l’esercito. E’ salito ad almeno 20 morti e 120 feriti il bilancio delle vittime palestinesi dei raid aerei lanciati da Israele nella Striscia di Gaza dopo la rottura del cessate il fuoco. Lo fa sapere il ministero della Salute di Gaza. L’esercito israeliano ha condotto da ieri quasi cento attacchi nella Striscia, mentre i militanti palestinesi hanno sparato oltre 140 razzi verso il territorio dello Stato ebraico.
Tre persone, tra cui due donne e una bambina di 2 anni, sono state uccise in un attacco a una casa di Gaza City, mentre altre 21 persone sono rimaste ferite in un raid che ha colpito un palazzo in cui sono ospitati gli uffici dell’emittente tv di Hamas, al-Aqsa.
BAN KI MOON CONDANNA RIPRESA OSTILITA’ A GAZA. Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, “ha condannato nei più forti termini” la rottura del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e ha ricordato a entrambe le parti del conflitto la loro responsabilità di non permettere che la situazione peggiori. Lo ha riferito in una nota il portavoce dell’Onu, Stefane Dejarric.
Dopo l’interruzione della tregua la delegazione palestinese aveva dichiarato la fine dei negoziati al Cairo, annunciando che lascerà oggi la capitale egiziana. Azzam al-Ahmad, il leader della delegazione, ha attribuito a Israele la responsabilità del fallimento dei colloqui. “Abbiamo detto agli egiziani – ha riferito al-Ahmad – di essere pronti a ritornare ai colloqui non appena sarà trovato un clima adeguato. E’ chiaro che gli israeliani non sono interessati al cessate il fuoco. Non si sono fatti sentire. Noi eravamo pronti, ma loro non ci hanno
SUONANO SIRENE ALLARME, RIAPERTI RIFUGI AEREI A GAZA. Sirene d’allarme sono risuonate stamattina nel sud d’Israele, ma non ci sono notizie di feriti, anche se un pezzo di un razzo intercettato vicino a Tel Aviv è caduto su una strada trafficata. La difesa civile israeliana ha intanto ordinato la riapertura dei rifugi antiaerei nel raggio di 80 chilometri da Gaza.
CONTINUANO PRESSIONI EGITTO PER LA TREGUA DURATURA. Alcuni ufficiali di sicurezza egiziani hanno riferito che l’Egitto sta ancora facendo pressioni su entrambe le parti affinché accettino un cessate il fuoco. Le ostilità erano riprese ieri, alcune ore prima della scadenza della tregua, dopo che militanti avevano sparato dei razzi verso Israele. Di seguito la delegazione israeliana ha lasciato il Cairo e l’esercito dello Stato ebraico ha lanciato nuovi raid aerei nella Striscia.
MOGLIE E FIGLIA DI LEADER HAMAS MORTE IN ATTACCHI ISRAELIANI. La moglie e la figlia di Mohammed Deif, il leader militare di Hamas, sono state uccise in un raid aereo dell’esercito israeliano a Gaza. Lo ha fatto sapere un ufficiale di alto rango di Hamas, Moussa Abu Marzouk, che si trova al Cairo. La notizia non è stata per il momento confermata dai funzionari del gruppo palestinese a Gaza.
In passato Deif era sfuggito a numerosi tentativi di omicidio da parte dei servizi di sicurezza israeliani. Il governo dello Stato ebraico non ha commentato il raid, ma media locali hanno citato un ufficiale, rimasto anonimo, secondo cui l’obiettivo dell’attacco era proprio il leader di Hamas.
IERI VIOLATO IL CESSATE IL FUOCO. Diversi razzi sono stati sparati da Gaza contro Israele, rompendo il cessate il fuoco. Lo rende noto l’esercito israeliano.
I militari fanno sapere che tre razzi sono atterrati in un campo aperto vicino alla città meridionale di Beersheba. Sarebbe così violata la proroga di 24 ore del cessate il fuoco che scadeva oggi a mezzanotte (ora locale, le 23 in Italia).
I colloqui per una tregua duratura sono in corso al Cairo. E il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato di rispondere al lancio di razzi dalla Striscia. E l’esercito ha risposto con nuovi attacchi aerei. “Questo attacco su Beersheba è una violazione grave del cessate il fuoco”, ha dichiarato il portavoce del governo israeliano Mark Regev. Non è ancora chiaro quale effetto questo possa avere sui negoziati del Cairo.
NESSUNA RIVENDICAZIONE DA GAZA DI LANCIO RAZZI CONTRO ISRAELE– Nessuna rivendicazione finora a Gaza del lancio di razzi contro Israele che ha infranto la tregua in corso che resisteva da alcuni giorni. In precedenza un portavoce di Hamas, Fawzi Barhum, aveva dichiarato: “Se il premier Benyamin Netanyahu non comprende il messaggio della Striscia espresso al Cairo col linguaggio della politica, noi conosciamo il modo di farglielo comprendere egualmente”.
COLLOQUI AL CAIRO MIRATI A TREGUA PERMANENTE- I colloqui tra i negoziatori palestinesi e israeliani sono mirati a raggiungere una tregua permanente. Un membro della delegazione palestinese, Qais Abdel-Kareem, ha fatto sapere che le discussioni sono incentrate sulle questioni principali, tra cui il blocco di Gaza imposto da Israele, la richiesta palestinese di riaprire il porto e aeroporto nella Striscia e la richiesta dello Stato ebraico di disarmare Hamas. Gli israeliani, ha riferito l’ambasciatore palestinese al Cairo, Jamal Shoback, hanno proposto soluzioni che “non prevedono la completa eliminazione del blocco, ma un suo allentamento”.
Secondo quanto riferito da un membro della delegazione palestinese, Israele ha offerto di allentare il blocco di Gaza aprendo i valichi di frontiera ad alcuni beni e persone, ma insiste per mantenere il diritto di limitare le importazioni di materiali come cemento, metallo e sostanze chimiche, che possono essere usati per fabbricare armi. Lo Stato ebraico, ha riferito inoltre il funzionario, vuole rimandare a una data futura non specificata le questioni dell’apertura di un porto e aeroporto a Gaza e del rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele.
IL BLOCCO DI GAZA : EFFETTI DAL 2007 – Il blocco di Gaza, imposto da Israele dopo che Hamas prese il potere sulla Strascia nel 2007, ha limitato in maniera significativa gli spostamenti degli abitanti e le importazioni di beni, e ha bloccato quasi del tutto le esportazioni. Israele sostiene che il blocco sia necessario per impedire il traffico di armi, ma i critici di tale misura notano che la misura ammonta a una punizione collettiva dell’intera popolazione di Gaza.
BILANCIO DELLE VITTIME PALESTINESI SALITO A OLTRE 2MILA- Intanto ieri il ministero della Salute di Gaza ha fatto sapere che il bilancio delle vittime palestinesi dell’ultimo conflitto ha superato più di duemila morti, di cui la maggior parte civili. Secondo gli ultimi dati dell’Onu, che verifica il bilancio con diverse fonti, nella guerra hanno perso la vita 1.976 palestinesi e 67 israeliani.
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