Londra (Regno Unito), 18 ago. (LaPresse) – “Lascerò l’ambasciata presto, ma forse non per le ragioni che pensa lei”. Così Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva di confermare le voci secondo cui si starebbe preparando a lasciare l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove vive dal 2012.
Assange si era rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador due anni fa, per sfuggire all’estradizione in Svezia, dove è ricercato per essere interrogato in relazione alle accuse di abusi sessuali avanzate da alcune donne. L’Ecuador ha concesso all’attivista l’asilo politico, ma le autorità britanniche gli hanno negato il salvacondotto, minacciando di arrestarlo appena lascerà la sede diplomatica.
– “Per quanto riguarda la mia salute, sono rinchiuso in questa ambasciata, senza aree esterne, da due anni. È un ambiente in cui qualsiasi persona di buona salute avrebbe prima o poi delle difficoltà. Perfino le norme delle Nazioni unite sui prigionieri, e io non sono un prigioniero, prevedono la possibilità di fare esercizi, attività fisica, e la possibilità di uscire all’aria aperta”, ha detto Julian Assange, durante una conferenza stampa nell’ambasciata dell’Ecuador nella capitale del Regno Unito.
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