Seul (Corea del Sud), 14 ago. (LaPresse) – Papa Francesco è arrivato nella notte italiana a Seul, in Corea del Sud, per una visita che si chiuderà lunedì. Ad accoglierlo c’erano la presidente Park Geun-Hye, il Presidium della Conferenza Episcopale Coreana e una rappresentanza di fedeli.
MESSAGGIO AI CAPI DI STATO. “Entrando nello spazio aereo cinese, porgo i migliori auguri a lei e a tutta i suoi concittadini e e invoco la divina benedizione di pace e benessere su tutta la nazione”. Così Papa Francesco, durante il viaggio che lo ha portato in Corea del Sud, in un messaggio inviato al presidente cinese Xi Jinping. Il Santo Padre, che è arrivato a Seoul nella notte italiana, ha inviato messaggi di auguri anche a Croazia, Slovenia, Austria, Polonia, Bielorussia, Russia e Mongolia, i paesi sorvolati durante il suo viaggio.
LANCIO DI MISSILI DALLA COREA DEL NORD. La Corea del Nord ha sparato due razzi in mare poco prima dell’arrivo di Papa Francesco in Corea del Sud. Lo ha reso noto il ministero della Difesa della Corea del Sud. I razzi a corto raggio sono stati lanciati dalla costa orientale, dalla città di Wonsan, e sono finiti nel mar del Giappone. Le operazioni di tiro, effettuate senza annunci preventivi di bando alla navigazione, hanno avuto inizio alle ore 9.30 locali (le 2:30 in Italia) e si sono concluse in circa 25 minuti. La Corea del Nord quest’anno ha condotto un numero insolitamente alto di lanci di missili e di test di artiglieria.
“MONDO STANCO DELLA GUERRA”. La Corea, ha detto il pontefice nel suo discorso durante la cerimonia di benvenuto, è “una terra che ha sofferto lungamente a causa della mancanza di pace. Esprimo il mio apprezzamento per gli sforzi in favore della riconciliazione e della stabilità nella penisola coreana e incoraggio tali sforzi, che sono l’unica strada sicura per una pace duratura”.
“Nutro la speranza che la democrazia coreana continuerà a rafforzarsi”, ha auspicato, perché “ha sofferto lungamente a causa della mancanza di pace”. a ricerca di questa pace, ha aggiunto, “ci sta particolarmente a cuore perché influenza la stabilità dell’intera area e del mondo intero, stanco della guerra”.
Per Francesco “si tratta della perenne sfida di abbattere i muri della diffidenza e dell’odio promuovendo una cultura di riconciliazione e di solidarietà. La diplomazia, infatti, come arte del possibile, è basata sulla ferma e perseverante convinzione che la pace può essere raggiunta mediante il dialogo el’ascolto attento e discreto, piuttosto che attraverso reciproche recriminazioni, critiche inutili e dimostrazioni di forza”
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata