L’Aia (Olanda), 23 lug. (LaPresse/AP) – Sono atterrati all’aeroporto militare di Eindhoven, in Olanda, i due aerei cargo contenenti i resti delle prime vittime del disastro del volo MH17, abbattuto giovedì in Ucraina. I due aerei sono decollati da Charkiv.

Lodewijk Hekking, portavoce del governo olandese, ha dichiarato che a bordo ci sono in totale 40 bare. Inizialmente era circolata la voce che sarebbero stati circa 60 i corpi a essere rimpatriati oggi, ma il numero non era stato confermato fino a ora. A bordo del volo Malaysia Airlines abbattuto c’erano 298 persone, 193 delle quali erano cittadini olandesi.

L’aereo olandese C-130 con 16 salme a bordo e l’australiano C-17 Globemaster con 24 bare sono stati accolti nell’aeroporto dal re Guglielmo Alessandro, dalla regina Maxima, dal primo ministro Mark Rutte e da altri funzionari del governo. Ad attendere i velivoli c’erano anche centinaia di familiari delle vittime, ha riferito il portavoce dell’esecutivo Lodewijk Hekking. “Se dovrò aspettare cinque mesi per l’identificazione, posso farlo”, ha detto Silene Fredriksz-Hoogzand, che nello schianto ha perso il figlio Bryce e la fidanzata di lui, Daisy Oehlers. “Ma aspettare mentre i corpi erano nei campi e sul treno era un incubo”, ha aggiunto.

ABBATTUTI DUE CACCIA UCRAINI. Il ministero della Difesa del Paese ha reso noto che due jet da combattimento delle forze armate di Kiev sono stati abbattuti nell’est dell’Ucraina. I jet erano degli aerei caccia SU-25 e sono stati colpiti alle 13.30 locali in un’area chiamata Savur Mogila. Secondo Oleksiy Dmitrashkovsky, portavoce del ministero della Difesa, a bordo di ciascuno degli aerei c’erano probabilmente due membri d’equipaggio.

PARTITI VERSO OLANDA VOLI CON SALME. Il governo olandese ha dichiarato per oggi una giornata di lutto nazionale e le salme saranno ricevute all’aeroporto militare di Eindhoven dal re Guglielmo Alessandro, dalla regina Maxima, dal primo ministro Mark Rutte e da centinaia di parenti delle vittime. Secondo il portavoce del governo olandese Lodewijk Hekking, sono circa 60 le bare che sono state caricate sugli aerei, ma quel numero non è stato ancora confermato. C’è confusione anche su quanti dei 282 corpi che i separatisti filo-russi hanno recuperato siano arrivati in treno a Charkiv. Jan Tuinder, funzionario olandese alla guida della squadra internazionale che si occupa delle salme, ha detto che a bordo del treno c’erano almeno 200 corpi, ma ulteriori resti potrebbero essere trovati dopo un’analisi più approfondita delle sacche in cui sono conservati.

PER INTELLIGENCE USA E’ ERRORE RIBELLI. Per l’Intelligence statunitense la spiegazione più probabile per l’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines è che i separatisti filo-russi lo abbiano colpito per errore. È quanto è stato affermato da fonti rimaste anonime statunitensi. Nei giorni prima del disastro, hanno ricordato i funzionari, i ribelli erano riusciti ad abbattere 12 aerei militari ucraini.

RUSSIA HA CREATO CONDIZIONI. Secondo fonti anonime dell’intelligence la Russia è responsabile di avere “creato le condizioni” che hanno portato all’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines, ma non ci sono prove di un coinvolgimento diretto di Mosca con l’episodio.
“Non abbiamo un nome, non abbiamo un grado militare e non siamo nemmeno sicuri al 100% della nazionalità” del responsabile, hanno spiegato. I funzionari dell’intelligence Usa affermano inoltre di non sapere se personale russo fosse presente sul luogo da cui è stato lanciato il missile.

Washington non è inoltre in grado di dire se chi ha sparato abbia ricevuto addestramento in Russia, sebbene gli americani sostengano che nelle ultime settimane Mosca abbia aumentato le consegne di armi e i programmi di addestramento ai separatisti, continuando anche dopo lo schianto. Secondo gli Stati Uniti il Boeing 777 della Malaysia Airlines è stato abbattuto da un missile terra-aria SA-11, lanciato dai separatisti ucraini. A sostegno di questa ipotesi, Washington sostiene di essere in possesso di intercettazioni, foto satellitari e post sui social media pubblicati dai separatisti, alcuni dei quali sarebbero stati autenticati dagli esperti statunitensi.

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