Baghdad (Iraq), 18 giu. (LaPresse/AP) – Proseguono gli scontri in Iraq. A Tal Afar, nel nordovest del Paese, sono in corso pesanti combattimenti tra soldati governativi e i militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil), che avevano conquistato la città lunedì. Ieri sera la tv di Stato aveva trasmesso le immagini di militari e volontari armati che scendevano da un aereo da trasporto militare C-130 nei pressi di Tal Afar, situata vicino al confine della Siria.
ASSEDIATA UNA RAFFINERIA. Intanto i militanti dell’Isil hanno assediato la raffineria di petrolio di Beiji, la più grande in Iraq, situata a 250 chilometri a nord di Baghdad. L’attacco è iniziato ieri sera tardi ed è continuato stamattina. I combattenti hanno esploso colpi di mortaio verso la struttura e un piccolo incendio è scoppiato nei pressi della raffineria. L’impianto contribuisce per poco più di un quarto alla capacità di tutte le raffinerie del Paese, che forniscono prodotti per l’uso domestico, come benzina, olio per cucinare e carburante per centrali elettriche. Durante la rivolta del 2004-2007 la struttura era controllata da militanti sunniti. Un lungo assedio di Beiji provocherebbe numerosi disagi nel Paese, tra cui blackout e mancanza di carburante.
TROVATI QUATTRO MORTI A BAGHDAD. Sempre ieri i corpi senza vita di quattro uomini tra 20 e 30 anni, presumibilmente sunniti, sono stati trovati in diversi luoghi del quartiere scitta di Benouk, a Baghdad.
ESPLOSIONE A SADR CITY, BILANCIO SALE A 12 MORTI. Mentre è salito a 12 morti e 30 feriti il bilancio delle vittime dell’esplosione di un’autobomba avvenuta ieri sera nel distretto sciita di Sadr City, a Baghdad. Lo ha riferito la polizia locale. Nessuno ha per il momento rivendicato la responsabilità dell’attentato, che ha colpito un mercato all’aperto.
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AL-MALIKI: “STIAMO CONTRATTACCANDO”. “Siamo stati in grado di contenere l’attacco e fermare il deterioramento. Ora abbiamo iniziato la nostra controffensiva, stiamo riprendendo l’iniziativa e attaccando in risposta”, ha annunciato il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki, in un discorso televisivo.
APPELLO CONGIUNTO SCIITI-SUNNITI-CURDI. Oggi i leader sciiti, sunniti e curdi in Iraq hanno diffuso un comunicato congiunto sottolineando la necessità di stabilire delle “priorità nazionali” che rispettino i principi democratici. In questo modo, si legge nella dichiarazione, sarà possibile lavorare insieme per risolvere le divisioni e condannare la retorica settaria.
SEQUESTRATI 40 OPERAI INDIANI. Nel corso degli scontri quaranta operai edili indiani sono stati sequestrati, ha fasso sapere il ministero degli Esteri di Nuova Delhi. Lavoravano a Mossul per conto di una compagnia edile turca. Le autorità non riescono a contattarli, ha precisato. In Iraq vivono circa 10mila cittadini indiani, solo un centinaio in zone violente o insicure. Tra questi ultimi ci sono i lavoratori impegnati a Mossul, oltre a 46 suore di un ospedale a Tikrit. Le organizzazioni umanitarie sono in contatto con le religiose, che stanno bene e sono state avvisate di non viaggiare nelle strade. Intanto, l’India ha inviato un alto diplomatico a Baghdad.
OBAMA: “NIENTE ATTACCHI AEREI PER IL MOMENTO”. Intanto il presidente Usa Barack Obama ha fatto sapere che non approverà a breve attacchi aerei in Iraq, anche perché ci sono pochi obiettivi precisi che potrebbero essere colpiti per fermare l’avanzata dei militanti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante nel Paese.
IRAN: “PROTEGGEREMO KARBALA E NAJAF”. “Dichiariamo a tutte le super potenze, ai loro mercenari, assassini e terroristi che la grande nazione iraniana non risparmierà nessuno sforzo per proteggere questi sacri siti”, ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani rispondendo alla minaccia dei militanti dell’Isil di attaccare le città i Karbala e Najaf. I combattenti del gruppo hanno minacciato anche di attaccare Samarra, dove si trova la moschea al-Askari, uno dei luoghi più importanti per la comunità sciita. L’Iran ha già inviato migliaia di volontari in Iraq per difendere i templi. Rohani ha parlato a una folla radunata in uno stadio vicino al confine con l’Iraq, affermando che l’Isil e altri gruppi militanti saranno sconfitti.
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