Pechino (Cina), 16 giu. (LaPresse/AP) – Un tribunale di Urumqi, nella regione cinese di Xinjiang, ha condannato tre persone a morte per aver organizzato l’attacco del 28 ottobre scorso in piazza Tienanmen a Pechino. Lo ha riportato l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, aggiungendo che altri quattro imputati sono stati condannati a pene tra cinque e 20 anni di carcere e uno all’ergastolo. Le tre persone condannate a morte sono accusate di aver finanziato l’attentato, in cui un suv si schiantò contro un gruppo di turisti all’ingresso della Città proibita, uccidendo due passanti e i tre assalitori. Gli imputati, ha riferito Xinhua, si recarono a Pechino il 7 ottobre del 2013 per portare i soldi necessari per acquistare l’auto, la benzina, dei coltelli e altri materiali. Gli otto sospetti furono arrestati alcuni giorni dopo l’attacco, il primo a Pechino in diversi anni.
La responsabilità dell’attentato è stata attribuita ai militanti musulmani dell’etnia uigura, che lottano contro il governo di Pechino nella provincia nordoccidentale di Xinjiang. In Cina le condanne a morte vengono automaticamente riferite alla Corte suprema del popolo per un appello, ma raramente vengono revocate. Anche se i dati ufficiali non vengono diffusi, si stima che in Cina vengano condannate a morte più persone che nel resto del mondo complessivamente.
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