Damasco (Siria), 10 giu. (LaPresse) – Padre Paolo Dall’Oglio è vivo, tenuto prigioniero dallo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) in Siria, e circa un mese fa una delegazione italiana lo ha incontrato. È quanto riporta il quotidiano al-Akhbar citando una fonte dell’opposizione in Siria, secondo cui la notizia della sua uccisione fu data in risposta a una richiesta di riscatto più ragionevole. Il religioso, scomparso a fine luglio a Raqqa, tempo fa è stato trasferito dai sequestratori nelle campagne a nord della città, precisamente nella zona di Tal Abyad vicino al confine con la Turchia, riporta al-Akhbar. Ai negoziati si è poi unito direttamente il governo italiano, aggiunge la fonte, e circa un mese fa una delegazione italiana lo ha incontrato e ha trascorso con lui circa 2 ore.

Questa ha discusso con i rapitori diverse opzioni per la liberazione. Secondo la fonte, l’Isil ha voluto far credere di aver ucciso padre Dall’Oglio. I leader dell’Isil chiesero un riscatto che le parti coinvolte reputarono “una somma enorme e senza precedenti”. Queste chiesero quindi ai militanti, sempre secondo la fonte informata sui negoziati, di “domandare una cifra logica per dimostrare la serietà dell’organizzazione”. La risposta fu la falsa notizia “dell’esecuzione di padre Paolo due ore dopo la sua cattura”, afferma la fonte.

La Farnesina, però, nel tardo pomeriggio smentisce la notizia. Non ci sarebbe stato nessun contatto, precisa in una nota, tra la delegazione italiana e il gesuita.

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