Damasco (Siria), 3 giu. (LaPresse/AP) – Una scatola piena di spilli è a disposizione degli elettori in un seggio di Damasco, per chi volesse pungersi il dito e segnare con il sangue il proprio voto nelle elezioni presidenziali. Il 18enne Odai al-Jamounai ha raccontato di avere scelto di votare con il proprio sangue “per esprimere l’amore per il suo Paese e per il suo leader”, alludendo al presidente Bashar Assad, ricandidato a un nuovo mandato nonostante la guerra civile ormai al quarto anno. Alcune persone si sono punte le dita più volte in modo da avere abbastanza sangue per poter fare un cerchio intorno al nome di Assad, ma la maggior parte degli elettori ha votato con l’inchiostro.

Nello stesso seggio, allestito nell’hotel Dama Rose, molti elettori hanno deciso di votare pubblicamente, senza ritirarsi dietro le tende, mettendo un cerchio intorno al nome di Assad. Fuori dall’albergo una ventina di uomini ha suonato tamburi e sventolato bandiere, inneggiando “Dio, Siria e Bashar”. Il 49enne Ahmad Qadah, che vive in Egitto da quando è fuggito da Aleppo, è ritornato in patria quattro giorni fa appositamente per votare Assad. “È la persona più competente per guidare il Paese – ha affermato – e abbiamo bisogno di un leader forte in questi tempi difficili”. Intanto almeno tre aerei, noleggiati da un imprenditore anonimo, porteranno i siriani dal Kuwait perché possano votare. Il primo volo è atterrato stamattina a Damasco con a bordo quasi 200 persone. I passeggeri hanno spiegato che dopo aver votato torneranno immediatamente in Kuwait.

Intanto, migliaia di elettori hanno sventolato bandiere siriane e ballato con in mano le foto di Assad davanti ai seggi nella capitale, mentre in sottofondo si sentivano suoni di esplosioni provenienti dalla periferia, dove sono in corso combattimenti tra ribelli e le forze governative. In lontananza si potevano vedere nubi di fumo nero. Gli attivisti hanno riferito che combattimenti, bombardamenti e raid aerei proseguono in zone controllate dai ribelli. Un attivista della città centrale di Rastan, in mano alle forze dell’opposizione, che si è presentato come Murhaf al-Zoubi, ha fatto sapere che i residenti locali “vogliono che Assad se ne vada”. “Qui – ha aggiunto – non ci sono elezioni, questa è una zona libera, liberata”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata