Phnom Penh (Cambogia), 30 mag. (LaPresse/AP) – La corte municipale di Phnom Penh, in Cambogia, ha condannato 23 operai e attivisti per istigazione alla violenza nelle proteste degli operai tessili avvenute a gennaio. Tuttavia, con una mossa a sorpresa, ha sospeso le sentenze e concesso loro la libertà. Nelle proteste, represse dalle forze dell’ordine, morirono quattro persone. Vi parteciparono gli operai che lavorano per marchi internazionali come Gap, H&M e Adidas, per chiedere aumenti delle paghe minime. I disordini attirarono l’attenzione globale sulle loro condizioni di lavoro e suscitarono le proteste dei gruppi per i diritti umani. I 23 erano in prigione da gennaio e la corte ha ordinato il rilascio affermando che hanno trascorso sufficiente tempo in cella. I gruppi per i diritti umani hanno accolto con favore le scarcerazioni, ma hanno criticato le sentenze, che vanno da uno a quattro anni e mezzo di prigione. Le condanne, affermano, sono politicamente motivate e hanno lo scopo di placare le critiche provenienti dall’opposizione politica e dai marchi occidentali che hanno i loro stabilimenti in Cambogia.

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