Hanoi (Vietnam), 15 mag. (LaPresse/AP) – Sono saliti a 141 i feriti provocati dalle violente proteste contro la Cina in corso in Vietnam, in seguito al posizionamento in acque contese di una piattaforma petrolifera galleggiante da parte di Pechino. Lo ha reso noto il vice capo della polizia della provincia di Ha Tinh, dove sono avvenuti gli scontri, aggiungendo che nessuno dei feriti è in pericolo di vita. Gli scontri, avvenuti in un’acciaieria di proprietà di una compagnia di Taiwan che impiega molti cinesi, hanno provocato un morto. Il primo ministro vietnamita Nguyen Tan Dung ha dichiarato che le proteste tenute in modo pacifico negli ultimi giorni sono “legittime”, ma ha anche detto che chiunque sia coinvolto nelle violenze deve essere punito severamente. “È una questione seria”, ha scritto il premier in un telegramma inviato alle stazioni di polizia del Paese. Nel frattempo, gli espatriati cinesi che lavorano in Vietnam per compagnie di vari Paesi asiatici stanno fuggendo dal Paese via terra e via aria. La polizia di frontiera cambogiana ha ricevuto 600 cinesi ieri e ha annunciato che altri arrivi sono previsti per oggi. La compagnia aerea taiwanese China Airlines ha inoltre messo a disposizione due aerei addizionali rispetto al solito piano piano di voli giornaliero nella tratta per la città di Ho Chi Minh, per favorire chi vuole abbandonare il Vietnam.

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