Seul (Corea del Sud), 8 mag. (LaPresse/AP) – La procura sudcoreana ha fermato il presidente della compagnia Chonghaejin Marine, proprietaria del traghetto Sewol affondato lo scorso 16 aprile al largo delle coste del Paese. Secondo l’accusa, la nave era stata caricata eccessivamente e in maniera inadeguata, il che è stato uno dei motivi del naufragio, in cui hanno perso la vita più di 300 persone. Finora erano stati arrestati quattro dipendenti di Chonghaejin Marine, che si era occupata del carico trasportato da Sewol. La procura afferma che Kim Han-sik, il presidente della società, sapesse del carico eccessivo, ma che non avesse fatto nulla per risolvere il problema prima della partenza del traghetto. “Mi dispiace molto per le vittime e i loro familiari, ho commesso un grave peccato”, ha detto Kim Han-sik nelle riprese girate dalla tv sudcoreana in un carcere nella città meridionale di Mokpo. L’uomo ha rifiutato di fare commenti sul presunto carico eccessivo del traghetto.
Gli investigatori, ha riferito il procuratore Yang Jung-jin, stanno indagando sulle azioni di Kim prima di decidere se chiedere a un tribunale un mandato d’arresto formale. Le autorità hanno detenuto precedentemente anche tutti i 15 membri dell’equipaggio sopravvissuti all’incidente, accusandoli di negligenza e di non aver protetto i passeggeri. A più di tre settimane dal naufragio sono stati recuperati dal relitto 269 corpi senza vita, mentre altre 35 persone risultano disperse. Le ricerche sono rese difficili dalle forti correnti, cattive condizioni meteorologiche e detriti all’interno della nave.
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