Canberra (Australia), 28 apr. (LaPresse/AP) – Le ricerche sottomarine dell’aereo della Malaysia Airlines disperso con 239 passeggeri a bordo dallo scorso 8 marzo verranno ampliate per includere un ampio tratto di fondale oceanico, e potranno essere necessari fino a otto mesi per perlustrarlo. Lo ha reso noto il primo ministro australiano Tony Abbott. Il drone sottomarino della marina militare degli Stati Uniti Bluefin 21 ha setacciato per settimane la zona iniziale delle ricerche per il volo 370 nell’Oceano indiano, al largo della costa occidentale dell’Australia, ma non ha trovato tracce del velivolo, ha spiegato Abbott. I funzionari stanno adesso cercando di portare nuove attrezzature che permettano di perlustrare un tratto più ampio del fondale, ha aggiunto. “E’ altamente improbabile in questa fase che troveremo resti dell’aereo sulla superficie dell’oceano. A questo punto, dopo 52 giorni di ricerche, la maggior parte del materiale sarebbe stato invaso dall’acqua e affondato”, ha detto Abbott ai giornalisti.

“Perciò ci stiamo muovendo dalla fase attuale a una fase che si concentrerà sulle ricerche del fondale oceanico in una zona molto più ampia”. Abbott ha precisato che le squadre adesso cominceranno a cercare l’aereo nell’intera zona del probabile impatto, un’area lunga 700 chilometri e ampia 80 chilometri. Si tratta di un compito imponente, che richiederà tempo, ha avvisato Angus Houston, responsabile dei tentativi di ricerca dell’aereo. “Se tutto va perfettamente, direi che lo faremo bene se lo effettueremo in otto mesi”, ha spiegato Houston, aggiungendo che condizioni climatiche e problemi tecnici potrebbero prolungare le ricerche molto oltre questa stima. Funzionari australiani contatteranno aziende private per portare equipaggiamenti aggiuntivi per la mappatura sonar che possano essere trainati dalle navi per perlustrare la zona più ampia, per un costo stimato di 60 milioni di dollari, ha detto Abbott. Potrebbero essere neccessarie diverse settimane per organizzare i contratti per il nuovo equipaggiamenti, e nel frattempo Bluefin continuerà a cercare sul fondale marino.

Finora, ogni Paese coinvolto nelle ricerche ha sostenuto i propri costi. Abbott tuttavia ha spiegato che l’Australia adesso cercherà contributi da altri Paesi, per aiutare a pagare le nuove attrezzature. Due settimane fa, Abbott aveva detto che i funzionari erano “molto fiduciosi” che una serie di segnali sottomarini rilevati da attrezzature per il rilevamento del suono arrivassero dalle scatole nere del volo 370. Oggi ha ribadito di avere “un considerevole grado di fiducia”, ma ha aperto alla possibilità che i segnali fossero un altro punto morto nella ricerca. “Siamo ancora sorpresi e delusi dal fatto che non siamo riusciti a trovare resti sottomarini basandoci su questi rilevamenti, e questa è una delle ragioni per le quali continuiamo a impegare Bluefin 21, perché é la migliore informazione che abbiamo avuto”, ha detto Abbott.”Potrebbe risultare una falsa pista, tuttavia è la migliore che abbiamo avuto”.

Abbott ha anche riconosciuto che è possibile che non vengano mai trovati i resti dell’aereo. “Certamente è possibile, ma sarebbe un risultato terribile, perché lascerebbe le famiglie con un’incertezza sconcertante per sempre”, ha detto. “L’aereo ovviamente non può scomparire, deve essere da qualche parte, e faremo tutto quello che ragionevolmente possiamo, anche fino al punto di condurre le ricerche sottomarine più intensive che l’ingegnosità umana rende possibile di circa 60mila chilometri quadrati sotto il mare”, ha detto il premier australiano. “Faremo tutto ciò perché non vogliamo che questa opprimente nuvola di incertezza resti su queste famiglie e sul più ampio pubblico di viaggiatori”, ha aggiunto Abbott.

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