Nairobi (Kenya), 22 apr. (LaPresse/AP) – “Cumuli e cumuli” di cadaveri a Bentiu. E’ la testimonianza di Toby Lanzer, massimo ufficiale per le questioni umanitarie delle Nazioni unite in Sud Sudan, nel raccontare il massacro commesso dai ribelli nella città dello Stato di Unità. Ieri Lanzer ha parlato di centinaia di persone uccise da quando le forze ribelli hanno preso il controllo della città, nel corso di scontri su base etnica. In una intervista telefonica con Associated Press, oggi ha definito la strage come “un abbastanza probabile punto di svolta” nel conflitto che sconvolge il Paese da metà dicembre. Vi si scontrano i ribelli fedeli all’ex vice presidente Riek Machar e l’esercito leale al presidente Salva Kiir. Secondo Lanzer sono migliaia i civili che stanno cercando rifugio nella base Onu di Bentiu, perché temono che si verifichino nuove violenze. Attualmente all’interno della struttura si trovano 25mila persone, ma le condizioni sono difficili: l’acqua non basta e c’è solo un bagno ogni 350 persone.

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