Perth (Australia), 14 apr. (LaPresse/AP) – Per la prima volta dall’inizio delle ricerche, le squadre impegnate per trovare il Boeing 777 della Malaysia Airlines scomparso lo scorso 8 marzo useranno un robot sottomarino per scandagliare le acque dell’oceano Indiano. Lo ha annunciato Angus Houston, direttore dell’agenzia che coordina le ricerche del volo MH370, spiegando che la missione del robot, un Bluefin 21, dovrà cercare di capire se i segnali individuati dalle attrezzature per la localizzazione dei suoni emessi dalle scatole nere provengano effettivamente dai registratori dell’aereo. “Non abbiamo più rilevato alcun segnale in sei giorni dalla zona, quindi penso che sia ora di cercare sott’acqua”, ha detto Houston, aggiungendo che il robot verrà fatto immergere nelle prossime ore dall’equipaggio della nave della marina australiana Ocean Shield.
Nelle scorse due settimane gli apparecchi usati per trovare i ‘ping’ dalle scatole nere, i suoni emessi dai registratori per facilitarne il ritrovamento, avevano rilevato segnali che potevano corrispondere a quelli dei dispositivi, le cui batterie durano però circa 30 giorni e l’aereo è scomparso da ormai oltre un mese. Houston ha però sconsigliato di essere eccessivamente ottimisti sull’impiego del Bluefin. “Vi metterei in guardia dal creare la speranza che l’uso del robot sottomarino risulterà nel ritrovamento del relitto. Potrebbe non essere così”, ha detto Houston. “Tuttavia si tratta della pista migliore che abbiamo e deve essere seguita con energia. Ancora una volta, sottolineo che questo sarà un processo lento e scrupoloso”, ha aggiunto.
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