Pretoria (Sudafrica), 10 apr. (LaPresse/AP) – Oscar Pistorius è tornato sul banco dei testimoni nel tribunale di Pretoria, dove è in corso il processo che lo vede imputato dell’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, che risale alla notte tra il 13 e il 14 febbraio del 2013. All’inizio dell’udienza il procuratore Gerrie Nel ha accusato l’atleta paralimpico di comportamento egoista nel suo rapporto con la modella e di aver ignorato i sentimenti dei familiari della donna. “Nella sua vita pensa solo a se stesso”, ha affermato il procuratore, che sta cercando di smantellare l’immagine del 27enne creata dalla difesa, che lo ha presentato come un giovane innamorato preoccupato di proteggere la fidanzata. Pistorius sostiene infatti di aver scambiato Steenkamp per un intruso e di averle sparato attraverso la porta del bagno. La procura afferma invece che l’uomo l’abbia uccisa intenzionalmente a seguito di una lite.
Il procuratore ha riferito di aver controllato tutti i messaggi sul cellulare di Steenkamp e di aver trovato la frase ‘Ti amo’ solo due volte. In entrambi i casi, ha precisato, le parole erano rivolte alla madre della ragazza. “Mai a lei, e neanche la donna ha mai scritto queste parole a lei”, ha detto Nel rivolgendosi a Pistorius. “Non ho mai avuto l’opportunità di dire a Reeva che la amavo”, ha risposto Pistorius senza guardare il procuratore. Nel ha inoltre accusato l’atleta di aver ignorato le preoccupazioni dei familiari di Steenkamp, scusandosi con loro all’inizio della sua testimonianza lunedì invece di esprimere le condoglianze in privato. “Perché – ha domandato – ha creato uno spettacolo in tribunale, davanti al pubblico? Perché li ha sottoposti a tutto questo?”. Pistorius ha risposto che i suoi avvocati erano in contatto con rappresentanti della famiglia della fidanzata, aggiungendo di aver creduto che i parenti della donna non fossero pronti a incontrarlo. Capisco benissimo, ha assicurato, cosa provano e “non è che io non abbia pensato a loro”.
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