Bruxelles (Belgio), 8 apr. (LaPresse/AP) – La Corte di giustizia dell’Unione europea, con sede in Lussemburgo, ha dichiarato invalida la cosiddetta direttiva Ue sulla conservazione dei dati, che consente ai governi di raccogliere i dati sulle comunicazioni dei cittadini al fine di far rispettare la legge. Secondo la Corte, la direttiva è di portata troppo ampia e offre troppe poche tutele al diritto della privacy dei cittadini, creando l’impressione che “le vite private siano oggetto di costante sorveglianza”.
La direttiva, che risale al 2006, permette di conservare i dati relativi a telefonate o comunicazioni online per almeno sei mesi al fine di evitare gravi crimini, anche legati al terrorismo. I dati che solitamente vengono monitorati includono chi è coinvolto nella comunicazione, quando e con che frequenza, ma restano fuori i contenuti delle conversazioni. La Corte di giustizia Ue afferma che questa legislazione rappresenta una “interferenza particolarmente seria con i diritti fondamentali”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata