Washington (Usa), 8 apr. (LaPresse/AP) – L’azione militare minacciata dagli Usa la scorsa estate in Siria, in reazione all’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco, non avrebbe fermato la guerra civile. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa, John Kerry, testimoniando al Senato. Neanche diversi giorni di attacchi, ha detto Kerry, avrebbero costretto il presidente Bashar Assad a cambiare il proprio modo di agire nella guerra, ormai al quarto anno. Secondo Washington, il governo di Damasco fu responsabile il 21 agosto scorso di un attacco con agenti chimici che uccise più di mille persone. Le stime del numero di vittime da fonti indipendenti sono inferiori. Il presidente Usa, Barack Obama, aveva minacciato di lanciare un attacco aereo in risposta alla strage, ma non lo ordinò perché stabilì che per tale azione fosse necessaria l’approvazione del Congresso. In seguito, Kerry negoziò con Assad la distruzione dell’arsenale chimico di Damasco. Sinora, circa il 50% delle armi è stato rimosso dalla Siria.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata