Donetsk (Ucraina), 22 mar. (LaPresse/AP) – Più di 5mila abitanti filorussi di Donetsk, nell’est dell’Ucraina, sono scesi in piazza per chiedere sia indetto un referendum sulla secessione finalizzata all’annessione alla Russia. La dimostrazione segue la consultazione di una settimana fa in Crimea, che i Paesi occidentali hanno definito illegittima. Dopo il voto nella penisola, la Russia ha agito per la sua annessione formale alla Federazione. Le agitazioni di questo tipo nell’est dell’Ucraina erano attese e temute. Vicino al confine con l’Ucraina orientale, la Russia ha spostato vasti contingenti militari, sebbene il presidente Vladimir Putin abbia detto che non esiste l’intenzione di spostarli nel Paese.
La possibilità di violenze tra pro e anti secessione potrebbe però essere il pretesto per farli entrare. I manifestanti hanno montato alcune tende a Donetsk, in una eco all’accampamento di protesta che era stato creato a Kiev contro il presidente, ora rimosso, Viktor Yanukovych. Mentre la tensione si alza nell’est, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) sta schierando una missione di 200 osservatori. Non è noto se sarà ammesso in Crimea, dove la scorsa settimana le truppe russe hanno impedito l’ingresso al team di osservatori militari Osce.
Oggi il ministero degli Esteri di Mosca, tramite il portavoce Alexander Lukashevich, ha detto che la missione “rifletterà il nuovo ordine politico e legale e non coprirà Crimea e Sebastopoli, che sono diventati parte della Russia”. Daniel Baer, capo inviato Usa dell’Osce, ha dichiarato che gli osservatori dovrebbero avere accesso all’intero territorio perché la Crimea per il resto del mondo resta parte dell’Ucraina.
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