Bangkok (Thailandia), 21 mar. (LaPresse/AP) – La Corte costituzionale della Thailandia ha dichiarato nulle le elezioni politiche dello scorso 2 febbraio, definendole incostituzionali perché quel giorno in 28 circoscrizioni non si potè votare a causa delle proteste dei dimostranti antigovernativi, che impedirono ai candidati di registrarsi. La decisione è stata presa con sei pareri favorevoli e tre contrari e i giudici hanno ricordato che la Costituzione impone che le elezioni si svolgano allo stesso modo in tutto il Paese. “Il processo prevede ora di tenere nuove elezioni generali”, ha detto il segretario generale della Corte, Pimol Thampitakpong, nella conferenza stampa in cui è stata annunciata la decisione. Al momento non ci sono indicazioni su quando possa tenersi il voto, che solitamente viene convocato dal governo in collaborazione con la Commissione elettorale.
La Corte si è pronunciata dopo essere stata sollecitata dal difensore civico thailandese, che aveva ricevuto una lamentela formale da un professore universitario. La decisione della Corte potrebbe non avere un grande impatto sulla crisi politica in Thailandia, che è cominciata a fine 2013 quando i dimostranti antigovernativi hanno iniziato a chiedere che l’esecutivo guidato dalla premier Yingluck Shinawatra venisse sostituita da un ‘Consiglio del popolo’ non eletto, che attuasse le riforme necessarie a fermare la corruzione in politica. Yingluck rifiutò di dimettersi e convocò elezioni anticipate per il 2 febbraio, ma i dimostranti cercarono di impedire lo svolgimento del voto bloccando le operazioni e compiendo intimidazioni sia nei confronti dei potenziali candidati che degli elettori.
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