Mosca (Russia), 20 mar. (LaPresse/AP) – È guerra di sanzioni fra Stati Uniti e Russia in relazione alla situazione in Ucraina. Nel pomeriggio il presidente Usa Barack Obama, in un breve intervento dalla Casa Bianca, ha annunciato nuove sanzioni per 20 funzionari russi, tra cui diversi collaboratori stretti del presidente russo Vladimir Putin, e per la banca privata Bank Rossiya, di proprietà di Yuri Kovalchuk, considerato il banchiere di Putin.

Pochi minuti dopo è giunta la risposta di Mosca: il ministero degli Esteri russo ha annunciato sanzioni per nove individui degli Stati Uniti, fra parlamentari e funzionari governativi. “Abbiamo avvertito ripetutamente che usare le sanzioni è un’arma a doppio taglio che diventerà un boomerang contro gli Stati Uniti”, afferma Mosca, aggiungendo che “non dovrebbe esserci dubbio, risponderemo allo stesso modo a ogni azione ostile”.

LE SANZIONI IMPOSTE DAGLI STATI UNITI. Tra i 20 soggetti russi colpiti dalle nuove sanzioni di Washington c’è anche Sergei Ivanov, capo di Gabinetto di Putin nonché suo alleato di vecchia data. Sulla lista compaiono inoltre il capo delle Ferrovie russe e due amici stretti di Putin diventati plurimiliardari durante la sua presidenza, cioè Arkady Rotenberg e Gennady Timchenko.

Lunedì gli Usa avevano annunciato un primo round di sanzioni che riguardava 11 persone ritenute coinvolte nella disputa sull’Ucraina, cioè sette funzionari governativi russi e quattro ucraini tra cui il presidente rimosso Viktor Yanukovych. Quelle misure però avevano avuto uno scarso impatto, tanto che il giorno dopo Putin aveva firmato il trattato per l’annessione della Crimea.

LE MISURE DI MOSCA CONTRO GLI USA. Immediata la risposta della Russia. Mosca ha imposto a nove personalità degli Stati Uniti il divieto di ingresso in Russia. I nove colpiti sono: il presidente della Camera Usa John Boehner (repubblicano), il presidente della commissione Affari esteri del Senato Bob Menendez (democratico), il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes, gli altri consulenti della Casa Bianca Caroline Atkinson e Dan Pfeiffer, il leader della maggioranza democratica al Senato Harry Reid, i senatori John McCain (repubblicano), Mary Landrieu (democratica) e Dan Coats (repubblicano).

LA SITUAZIONE IN CRIMEA. I provvedimenti sono stati adottati in relazione alla situazione in Ucraina, e in particolare in Crimea, che nel referendum di domenica ha scelto di staccarsi dal controllo di Kiev e passare con Mosca. Martedì Putin ha poi firmato con i leader della Crimea il trattato per l’annessione della regione alla Russia, che è stata approvata tanto dalla Corte costituzionale russa, quanto dalla Duma (cioè la Camera bassa del Parlamento russo). Mancano ora il benestare della Camera alta russa e un nuovo appoggio da parte di Putin, tutte formalità che si pensa verranno completate entro la fine della settimana. Intanto in Crimea prosegue l’assalto delle forze filorusse alle basi dei militari ucraini e i pro Russia hanno anche preso il controllo di due navi da guerra ucraine a Sebastopoli, la corvetta Khmelnitsky e la Lutsk. A riferirlo un fotografo di Associated Press sul posto, aggiungendo che sono stati anche esplosi dei colpi d’arma da fuoco ma non ci sono vittime.

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