Washington (Usa), 14 mar. (LaPresse/AP) – Le autorità al lavoro sulle ricerche del volo MH370 stanno esaminando la possibilità che “un atto di pirateria” possa avere giocato un ruolo nella sparizione del Boeing 777, avvenuta sabato 8 marzo lungo la rotta Kuala Lumpur-Pechino. Lo ha detto un funzionario statunitense rimasto anonimo, affermando che la prova di un “intervento umano” nella sparizione dell’aereo è che il transponder cessò di dialogare con i radar una decina di minuti prima che un altro sistema di controllo smettesse di funzionare. L’ufficiale ha inoltre affermato che è possibile che l’aereo possa essere atterrato da qualche parte. Un sistema montato a bordo ha continuato a inviare un segnale a un satellite per circa quattro ore dopo la scomparsa del velivolo, il che significa che l’aereo potrebbe avere continuato a viaggiare per lungo tempo dopo la cessazione dei contatti.
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