Bangui (Repubblica Centrafricana), 7 feb. (LaPresse/AP) – Migliaia di musulmani sono fuggiti da Bangui verso il Ciad a bordo di oltre 500 auto e camion, mentre una folla di cristiani lungo la strada li esortava ad andarsene sotto gli occhi dei peacekeeper ciadiani. Un uomo è caduto dal camion su cui viaggiava e la folla lo ha linciato, uccidendolo e mutilando il cadavere per poi abbandonarlo a bordo strada. L’aggressione segue quella di mercoledì, in cui nella capitale i soldati dell’esercito nazionale hanno accusato un uomo di essere un ribelle musulmano Seleka e lo hanno massacrato, prima di fare a pezzi il cadavere e dargli fuoco. I giornalisti di Associated Press sul posto hanno assistito all’esodo dei musulmani, dopo due mesi di violenze settarie che nella capitale hanno colpito i musulmani. I ribelli Seleka, musulmani, lo scorso anno hanno spinto il colpo di stato che ha portato alla presidenza Michel Djotodia, poi dimessosi per le pressioni internazionali.
Nelle ultime settimane, a Bangui moschee sono state incendiate e diversi musulmani sono stati uccisi brutalmente e mutilati. Tra i casi più scioccanti il linciaggio di mercoledì. “E’ una situazione davvero terrificante, ovunque a Bangui i quartieri musulmani vengono devastati e svuotati”, racconta Peter Bouckaert, direttore delle emergenze per Human Rights Watch, che è riuscito a portare in salvo persone che erano rimaste intrappolate, sotto il controllo dei peacekeeper. “Le loro case vengono distrutte e portate via, mattone per mattone, tegola per tegola, per cancellare ogni segno della loro esistenza in questo Paese”, ha aggiunto. “Non avevamo possibilità di restare perché non avevamo alcuna protezione”, ha raccontato Osmani Benui, una delle migliaia di persone che ha lasciato Bangui.
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