Krasnaya Polyana (Russia), 6 feb. (LaPresse/AP) – Una protesta, una provocazione, o un caso? Lo snowboarder russo Alexey Sobolev si è presentato alla pista olimpica di Sochi con una tavola su cui è disegnata una donna che impugna un coltello e indossa una maschera da sci. L’immagine ricorda molto le Pussy Riot, le musiciste tenute per due anni in carcere in Russia per aver cantato una ‘preghiera punk’ contro il Cremlino nella cattedrale di Mosca. Quando gli è stato chiesto se voglia mandare un messaggio con la sua tavola, Sobolev ha nicchiato: “Non l’ho disegnata io”, ha detto evasivo ad Associated Press. E non ha risposto neppure quando gli è stato domandato se sostenga o meno le Pussy Riot. I Giochi russi sono sotto i riflettori internazionali anche per la legge che vieta la “propaganda gay”, mentre non c’è certezza sul fatto che gli atleti rispetteranno le regole del Cio che vietano le proteste. Sobolev tornerà in pista sabato per le semifinali, dopo che con la decima posizione non si è classificato direttamente per la finale. Ma la cosa sembra importargli poco: dopo la prima gara si è sdraiato a gambe incrociate come un modello sulla spiaggia, godendosi gli applausi del folto pubblico russo.

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