New York (New York, Usa), 6 feb. (LaPresse/AP) – Battibecco al vetriolo a distanza tra gli ambasciatori all’Onu di Usa e Russia, dopo l’incontro tra Samantha Power e le Pussy Riot, Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova. A dare il via allo scambio di frecciate è stato Vitaly Churkin, ambasciatore di Mosca all’Onu. Ha commentato con asprezza il faccia a faccia tra l’ambasciatrice Usa alle Nazioni unite e le musiciste russe, a New York per partecipare al concerto di Amnesty International dopo che hanno trascorso anni in carcere per la “preghiera punk” cantata a Mosca contro il Cremlino. In conferenza stampa, Churkin ha risposto ironicamente a una domanda su cosa pensasse dell’incontro: Power “non si è unita alla band?”. Mentre i giornalisti presenti stavano ancora ridendo per la battuta, l’ambasciatore ha rincarato la dose: “Mi aspetto che la invitino a esibirsi con loro alla cattedrale nazionale di Washington, ecco cosa mi attendo. Magari organizzeranno un tour mondiale per loro, con tappe a San Pietro a Roma, forse anche alla Mecca in Arabia Saudita, per poi finire con un concerto di gala al Muro del pianto di Gerusalemme”.

“Sarei deluso se l’ambasciatrice Power non lo facesse”, ha concluso Churkin. La risposta della rappresentante statunitense non ha tardato ad arrivare. Ha scritto su Twitter: “Ambasciatore Churkin. Sarei onorata di andare in tour con le Pussy Riot, un gruppo di ragazze che si esprimono e lottano per i diritti umani. Si unirà a noi?”. Power ha poi aggiunto con più fermezza: “Non so cantare, ma se le Pussy Riot mi accoglieranno, ambasciatore, direi che il nostro primo concerto sarà per i prigionieri politici in Russia”. Prima dello scambio di battute con Churkin, Power aveva scritto su Twitter di avere incontrato Alekhina e Tolokonnikova e di avere parlato della loro detenzione, definendole “delle coraggiose ‘piantagrane'”. “Ho chiesto loro se avessero paura del carcere. La risposta è stata no. In prigione hanno potuto vivere situazioni terribili, è terreno di lavoro per i diritti umani”, ha aggiunto Power. Le due ragazze sono state rilasciate di prigione a dicembre, poco prima del termine delle loro sentenze a due anni, dopo essere state condannate per teppismo in seguito a una protesta inscenata nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca dopo la rielezione a presidente russo di Vladimir Putin.

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