Bucarest (Romania), 14 gen. (LaPresse/AP) – Alexandru Visinescu, 87enne accusato di genocidio per la morte di prigionieri politici durante la dittatura comunista in Romania, si è dichiarato innocente in tribunale nel corso di un’udienza a porte chiuse. Per il momento non è stata fissata una data per il processo di Visinescu, accusato per la morte di sei prigionieri nella prigione di Stato di Ramnicu Sarat fra il 1956 e il ’63. L’accusa sostiene che i detenuti venivano regolarmente sottoposti a pestaggi ed esposizione al freddo, non veniva dato loro cibo né assistenza medica. Dopo l’udienza, i giornalisti presenti fuori dal tribunale hanno chiesto all’imputato se avesse dei rimpianti, ottenendo come risposta: “Per niente”. Negli anni ’50 furono circa 500mila i rumeni condannati come prigionieri politici dal regime comunista, allo scopo di reprimere il dissenso, e circa un quinto di quei detenuti morirono in custodia. L’accusa sostiene che Visinescu partecipò alle operazioni contro gli oppositori del governo.

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