Pechino (Cina), 14 gen. (LaPresse/AP) – Una ostetrica cinese è stata condannata a morte con la sospensione della pena per aver rapito bambini dall’ospedale in cui lavorava e per averli venduti a trafficanti di esseri umani. Il tribunale di Weinan, nella provincia nordoccidentale di Shaanxi, ha fatto sapere sul proprio sito web che Zhang Shuxia diceva ai genitori che i loro figli neonati soffrivano di malattie congenite e li convinceva a firmare i documenti per rinunciare ai bambini. Il caso ha fatto venire allo scoperto un gruppo di trafficanti di bambini che operava in alcune province cinesi. Zhang lavorava nell’ospedale infantile della contea di Fuping e, secondo l’atto d’accusa, tra novembre del 2011 e luglio del 2013 vendette sette bambini a intermediari, che a loro volta li rivendettero a coppie in Cina centrale e orientale. Sei dei piccoli sono stati recuperati, ma uno, venduto per mille yuan (120 euro) ad aprile scorso, è morto. Una condanna a morte con la sospensione della pena significa di solito che dopo due anni sarà commutata in ergastolo.
I sospetti sono ricaduti su Zhang a luglio scorso, quando una donna si è rivolta alla polizia affermando che suo figlio era stato rapito. L’agenzia di stampa Xinhua News Agency ha riferito che Zhang aveva portato il piccolo a casa sua e poi lo aveva venduto a un uomo in un’altra provincia per 21.600 yuan (2.600 euro). Il bimbo fu poi acquistato dall’abitante di un villaggio nella Cina centrale per 59.800 yuan (7.170 euro). Alcuni altri sospetti sono stati arrestati in almeno quattro province cinesi. Il traffico di bambini è un grave problema in Cina, nonostante le severe sanzioni previste per questo reato, tra cui le quali la pena di morte.
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