Calcutta (India), 4 gen. (LaPresse/AP) – Dopo che centinaia di persone hanno manifestato ieri a Calcutta a seguito della morte della 16enne data alle fiamme dopo essere stata stuprata due volte, oggi il padre della giovane vittima chiede una indagine federale. Parlando ai giornalisti, l’uomo ha raccontato nuovamente le violenze subite dalla ragazza. La giovane era stata violentata una prima volta il 25 ottobre nel sobborgo Madhyamgram di Calcutta, poi abbandonata in un campo vicino alla sua abitazione. Aveva sporto denuncia alla polizia locale e mentre rientrava a casa lo stesso gruppo di uomini l’aveva prelevata con la forza, stuprandola nuovamente. Era stata trovata gravemente ferita e priva di coscienza vicino ai binari del treno, nella stessa zona. Sei uomini erano stati arrestati, dopo che le proteste degli abitanti dell’area avevano spinto le autorità ad agire.
La famiglia ha poi denunciato che il 23 dicembre persone vicine al gruppo di uomini hanno rivolto minacce, chiedendo il ritiro della denuncia, e lo stesso giorno la 16enne è stata data alle fiamme, riportando le gravi ustioni che mercoledì l’hanno portata alla morte. Al momento del decesso era incinta di due settimane e test del Dna sono in corso sul feto. Due uomini sono stati fermati con l’accusa di averle dato fuoco. Il nome della vittima e del padre non vengono diffusi dai media indiani, nel rispetto delle leggi che proteggono l’identità delle vittime di stupro. Ieri centinaia di persone hanno manifestato a Calcutta, accusando le autorità dello Stato del Bengala Occidentale di non aver protetto la famiglia.

