Vilnius (Lituania), 29 nov. (LaPresse/AP) – Si è concluso a Vilnius, in Lituania, il summit del partenariato dell’est dell’Unione europea. I leader dell’Ue hanno criticato in termini aperti la Russia, accusandola di avere usato forme di pressione inaccettabili per evitare che l’Ucraina firmasse l’accordo di associazione con l’Ue. Il presidente ucraino Viktor Yanukovych, presente al vertice, non ha siglato l’accordo. Aveva annunciato la sua decisione già giovedì, spiegando che intendeva piuttosto concentrarsi sul rafforzamento dei rapporti con la Russia, e provocando così proteste di piazza molto partecipate come non si vedevano dai tempi della Rivoluzione arancione del 2004. Il Cremlino ha lavorato in modo aggressivo per far saltare l’accordo fra Ucraina e Ue, minacciando restrizioni di tipo commerciale che avrebbero portato a Kiev un notevole danno economico.

“Non possiamo arrenderci a pressioni esterne, non almeno da parte della Russia”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy. E il presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso, ha aggiunto che “sono finiti in Europa i tempi di una sovranità limitata”, alludendo al fatto che Mosca continua a considerare l’Ucraina un vicino subordinato. Sulla stessa linea d’onda anche i commenti della cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Quando si vede come, in parte, viene esercitata pressione su questi Paesi tramite restrizioni commerciali, allora posso solo dire che si è trattato di un passo coraggioso”, ha detto complimentandosi con Moldavia e Georgia che, diversamente dall’Ucraina, hanno siglato oggi gli accordi per l’avvicinamento all’Ue.

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