Pechino (Cina), 26 nov. (LaPresse/AP) – Nove persone sono state arrestate in Cina in relazione alle esplosioni avvenute venerdì in un oleodotto nella città portuale di Qingdao, nella provincia orientale dello Shandong, in cui sono morte 55 persone e altre 160 sono rimaste ferite. Lo riferisce la polizia locale. Il bilancio delle vittime è salito a 55 a seguito del ritrovamento di altri tre corpi avvenuto ieri. Due degli arrestati sono dipendenti del Comune di Qingdao e in particolare dell’autorità locale che si occupa della supervisione dello sviluppo economico e tecnologico della città. Nell’oleodotto si era verificata una rottura nel corso di riparazioni e il petrolio fuoriuscito per 15 minuti, finendo per strada e in mare; alcune ore dopo ha preso fuoco, provocando appunto le due esplosioni. L’oleodotto è di proprietà di Sinopec, il principale raffinatore di petrolio della Cina, che sabato si è scusato per l’incidente e ha assicurato che indagherà per fornire risposte.
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