Madrid (Spagna), 19 nov. (LaPresse/AP) – La Corte nazionale della Spagna ha emesso mandati d’arresto nei confronti dell’ex presidente cinese Jiang Zemin e di altri quattro funzionari di Pechino nell’ambito delle indagini sul presunto genocidio compiuto dalla Cina in Tibet. Il tribunale ha accettato le argomentazioni presentate da gruppi per i diritti dei tibetani, secondo cui ci sono indizi che i cinque potrebbero avere avuto un ruolo nel presunto genocidio e quindi dovrebbero essere interrogati. Le altre quattro persone ricercate sono l’ex premier cinese Li Peng, l’ex capo della polizia Qiao Shi, un ex funzionario del Partito comunista in Tibet Chen Kuiyan e Pen Pelyun, ex ministro per la Pianificazione familiare. Nessuno dei cinque è stato accusato formalmente.
La Cina aveva definito l’indagine un’interferenza nei propri affari interni e aveva definito le accuse una “pura invenzione”. Il sistema giudiziario spagnolo riconosce il principio di giustizia universale, ai sensi del quale le persone sospettate di genocidio possono essere processate al di fuori del loro Paese. Alan Cantos, presidente del gruppo spagnolo Comité de Apoyo al Tíbet, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte, anche se ha ammesso che sarà difficile che qualcuno dei funzionari venga processato.
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