Zagabria (Croazia), 8 nov. (LaPresse/AP) – In Croazia si terrà il primo dicembre un referendum sulla possibilità di rendere legale o meno il matrimonio omosessuale, sebbene la formulazione del quesito sia oggetto di critiche da più fronti. Gli oppositori ritengono infatti che il voto sia discriminatorio, mentre i gruppi per i diritti dei gay affermano che il suo linguaggio sia di parte e incostituzionale. Il quesito proposto dal Parlamento chiede alla popolazione: “Siete d’accordo che il matrimonio sia un’unione fra un uomo e una donna?”. Nel caso in cui la maggioranza rispondesse in modo positivo, la Costituzione croata verrà modificata in modo da definire specificamente il matrimonio come rapporto fra persone di sessi opposti, creando una situazione che di fatto vieterebbe i matrimoni omosessuali. La disputa fra i diritti dei gay ha diviso la Croazia: sebbene siano state prese decisioni per aumentarli, questioni come i matrimoni omosessuali sono ancora molto delicate nel Paese. I gruppi attivisti hanno annunciato un ricorso in appello alla corte costituzionale contro il quesito referendario, affermando che viola diritti umani fondamentali. Alcuni gruppi anti-gay, intanto, hanno raccolto oltre 700mila firme a sostegno del voto. Ivo Josipovic, liberale presidente della Croazia, ha già annunciato che voterà contro l’emendamento della Costituzione. “La domanda è: Abbiamo bisogno di questo tipo di referendum?”, ha chiesto. “Penso che la definizione del matrimonio come unione esclusivamente fra uomo e donna non stia alla Costituzione. Una nazione viene giudicata dal suo comportamento verso le minoranze”, ha aggiunto.
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