Ankara (Turchia), 14 ott. (LaPresse/AP) – “Ho presentato le mie proposte allo Stato. Aspetto di conoscere la posizione dello Stato per quanto riguarda l’avvio di negoziati significativi e profondi”. Così il leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, in un messaggio riportato da deputati curdi. Ocalan ha affermato di sperare ancora in una soluzione, ma ha avvertito che colloqui “approfonditi” devono iniziare a breve. Il leader curdo, detenuto sull’isola-carcere di Imrali, al largo di Istanbul, non ha rivelato dettagli delle proposte da lui avanzate. Nelle scorse settimane il Pkk aveva accusato il governo di Ankara di non aver fatto abbastanza per garantire maggiori diritti alla minoranza curda e ha avvertito che potrebbe mettere fine al cessate il fuoco unilaterale dichiarato sei mesi fa.

Il gruppo aveva già sospeso il ritiro dei militanti dalla Turchia nel nord dell’Iraq, sostenendo che l’esecutivo del primo ministro Recep Tayyip Erdogan non avesse rispettato gli impegni previsti dall’accordo raggiunto ad aprile. A settembre il premier aveva annunciato un pacchetto di riforme democratiche, tra cui l’eliminazione di alcune restrizioni sull’uso della lingua curda, ma il Pkk e i politici curdi hanno criticato le proposte, definendole come insufficienti. Il Pkk combatte per una maggiore autonomia dei curdi nel sudest della Turchia. Nel conflitto, iniziato nel 1984, hanno perso la vita decine di migliaia di persone. I curdi, che costituiscono circa il 20% della popolazione della Turchia di 75 milioni di persone, hanno per decenni subito discriminazioni da parte delle autorità turche.

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