Parigi (Francia), 16 set. (LaPresse/AP) – Doppio fronte di pressione sulla Siria per Usa e alleati, che spingono da un lato per una risoluzione Onu “forte, robusta” e con una roadmap precisa e applicabile per distruggere le armi chimiche di Damasco, dall’altra una conferenza internazionale che rinforzi l’opposizione moderata. Usa, Francia e Regno Unito si sono affiancate per premere sull’esigenza della fine del regime di Bashar Assad e per la distruzione del suo arsenale chimico.

Parigi e Washington hanno insistito sul fatto che una risposta militare all’attacco del 21 agosto, che vicino a Damasco ha ucciso centinaia di persone, resta tra le opzioni e che faranno pressioni all’Onu in proposito. “Il presidente Obama ha detto chiaramente che se l’accordo non sarà rispettato la minaccia militare è ancora in vigore”, ha detto il segretario di Stato Usa John Kerry, durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius e il segretario britannico agli Esteri William Hague.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite nei prossimi giorni valuterà una risoluzione basata sugli accordi raggiunti a Ginevra da Usa e Russia. “Se Assad non rispetterà gli accordi, siamo tutti d’accordo – inclusa la Russia – che ci saranno conseguenze”, ha dichiarato John Kerry. A Parigi, il segretario di Stato Usa incontra anche le controparti di Arabia saudita e Turchia, due dei più decisi promotori di una azione militare contro il regime di Damasco.

Nel frattempo, i rappresentanti del maggior gruppo d’opposizione, la Coalizione nazionale siriana, sono stati invitati alla riunione internazionale che coinciderà con il prossimo incontro dell’Assemblea generale Onu, ha annunciato Fabius. Rafforzare il gruppo d’opposizione sostenuto dall’Occidente, ha aggiunto, è cruciale per il futuro della Siria tanto quanto la distruzione delle armi chimiche. Assad “deve capire che non c’è alcuna vittoria militare, nessuna possibile vittoria militare per lui”, ha detto Fabius. Ha ammesso che il sostegno ai ribelli è stato danneggiato dai timori che i militanti islamici abbiano assunto un ruolo decisivo nella guerra civile.

Nell’aggiornare gli alleati, Kerry ha sostenuto con forza l’accordo con la Russia, che ha evitato la minacciata azione militare Usa, chiedendo un inventario delle scorte chimiche entro una settimana in vista della distruzione completa entro metà 2014. “E’ estremamente importante che non ci siano scappatoie, che non si giochi al gatto e al topo su queste armi”, ha detto Hague. Kerry ha tuttavia constatato che l’accordo sull’arsenale chimico non avrà rilevante effetto immediato sullo spargimento di sangue in Siria, in cui oltre centomila persone sono morte, ma ha sottolineato che la sua piena applicazione è un passo chiave.

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