Nuova Delhi (India), 10 set. (LaPresse/AP) – Sono stati condannati i quattro uomini accusati dello stupro di gruppo di una studentessa avvenuto a dicembre scorso a bordo di un bus a Nuova Delhi. Ad annunciare il verdetto del giudice Yogesh Khanna, del tribunale speciale di Nuova Delhi. Il caso della giovane 23enne, morta dopo due settimane a causa delle ferite riportate, aveva scatenato un’ondata di proteste in tutto il mondo e ha spinto il governo ad approvare una legge che inasprisce le pene per le violenze sessuali. L’entità della pena sarà resa nota domani: i quattro rischiano la pena di morte.
LA CONDANNA DEI 4 SOSPETTATI. La decisione è stata annunciata dal giudice Yogesh Khanna del tribunale speciale di Nuova Delhi. I sospetti sono stati giudicati colpevoli di tutti i capi d’accusa formulati nei loro confronti, compresi quelli di stupro e omicidio. Le sentenze dovrebbero essere annunciate domani; gli uomini rischiano la pena di morte. I quattro erano accusati di aver aggredito la donna e un suo amico a bordo di un autobus, di averla stuprata ripetutamente e aggredita con una sbarra di metallo. La 23enne era morta due settimane dopo a causa delle ferite riportate.
GLI AUTORI DELLO STUPRO ERANO 6. Un sospetto 18enne che all’epoca dell’attacco era minorenne era stato condannato lo scorso 31 agosto a 3 anni in un riformatorio, mentre un altro sospetto si era impiccato in carcere a marzo scorso.
OGGI NUOVE PROTESTE CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE. Decine di manifestanti si erano radunati stamattina davanti al tribunale, definendo il caso un campanello d’allarme per l’India e chiedendo la pena di morte per i quattro uomini. “Ogni ragazza a qualsiasi età subisce molestie o stupro, non ci sentiamo sicure”, ha detto Rapia Pathania, una giovane laureata in giurisprudenza. “È per questo – ha spiegato – che siamo qui. Vogliamo che questo caso sia un esempio per tutti gli altri che sono stati e saranno depositati”.
LE REAZIONI ALLA SENTENZA. Dopo aver letto il verdetto il giudice ha affermato che gli uomini “hanno ucciso una persona indifesa”. I genitori della vittima, che non sono stati identificati ai sensi della legga indiana, avevano le lacrime negli occhi mentre veniva annunciata la decisione del tribunale. I due erano seduti a pochi metri dagli imputati, in una piccola aula gremita di avvocati, poliziotti e giornalisti. Un legale dei quattro, A.P. Singh, ha affermato che gli uomini siano innocenti. “Gli imputati – ha dichiarato – sono stati incastrati semplicemente per far piacere al pubblico. Non è un processo giusto”.
UN CASO CHE HA SCONVOLTO IL PAESE. Il caso aveva scatenato un’ondata di proteste in tutto il Paese contro il trattamento riservato alle donne e aveva spinto il governo ad approvare una legge che inasprisce le pene per violenze sessuali. A seguito delle proteste scatenate dallo stupro della studentessa il governo ha modificato alcune delle leggi sulle violenze sessuali e ha creato tribunali speciali per accelerare lo svolgimento dei processi, che spesso durano più di 10 anni. Il processo ai quattro sospetti per lo stupro è stato sorprendentemente rapido per gli standard indiani ed è terminato dopo circa sette mesi.
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