Città Vaticano, 5 set. (LaPresse)- La ricerca della pace attraverso il negoziato, la diplomazia e la politica. Papa Bergoglio continua in maniera incessante a camminare sulla via che condanna la guerra e le armi. E mentre la santa sede smentisce ci siano stati contatti tra il Pontefice e il leader siriano Bashar Hafez Assad (come annunciato dal sito on line del quotidiano El Clarin) il pontefice continua la sua moral suasion nei confronti dei governi coinvolti nella questione siriana. Questa mattina il santo padre ha inviato una lettera al presidente russo Vladimr Putin, come padrone di casa del G20, in corso a San Pietroburgo in questi giorni,nella quale ha condannato “il massacro al quale stiamo assistendo” e ha invitato i leader ad agire. e a non restare inerti”. Il Papa afferma tra l’altro che la “economia mondiale potrà svilupparsi realmente e garantire una vita degna a tutti esseri umani”, di “ogni abitante della terra”, non solo dei cittadini dei paesi del G20, se la “crisi economica” sarà affrontata “con rispetto della persona umana e dei più deboli”. “Purtroppo – prosegue – duole costatare che troppi interessi di parte hanno prevalso da quando è iniziato il conflitto siriano, impedendo di trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui stiamo assistendo”. I leader del G20, invoca Francesco, “non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze a una regione tanto provata e bisognosa di pace. A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo un sentito appello perchè aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare”. Perché “è un dovere morale di tutti i governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l’assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese”.

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