Roma, 27 ago. (LaPresse) – “L’Italia non prenderebbe attivamente parte ad azioni militari attuate al di fuori del mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che per noi permane unico punto di riferimento del quadro di riferimento giuridico”. Così il ministro degli Esteri, Emma Bonino, nel corso dell’audizione sulla Siria davanti alle commissioni Affari esteri congiunte di Senato e Camera. “Senza l’avallo del Consiglio di sicurezza non parteciperemo a operazioni militari” in Siria, ha ribadito poi Bonino. Intanto, il Regno Unito ha annunciato che il suo esercito sta delineando un piano per intervenire in Siria, in risposta all’attacco con armi chimiche.
Il ministro ha voluto sottolinere a questo proposito che non si tratta di uno “scarico di responsabilità” ma di una “assunzione piena di responsabilità in altri teatri” in cui il nostro Paese si trova impegnato, come Libano e Afghanistan. Tra le ipotesi alternative da proporre come soluzione al conflitto siriano, Bonino ha citato anche la possibilità del deferimento dei responsabili dei crimini in Siria davanti alla Corte penale internazionale dell’Aia.
Quanto alle responsabilità dell’uso di armi chimiche, Bonino ha affermato che “gli elementi indiziari che abbiamo puntano al rafforzamento dell’ipotesi che siano state le forze armate siriane a fare uso di armi chimiche, in particolare gas sarin”. Gli elementi, ha spiegato la titolare della Farnesina, derivano da informazioni di intelligence americane e di altri Paesi europei, oltre che da rapporti indipendenti di operatori sanitari.
Intanto, Londra fa sapere che l’esercito britannico sta delineando un piano per un possibile intervento militare in Siria, in risposta all’attacco con armi chimiche nei sobborghi di Damasco. L’ufficio del premier David Cameron ha riferito che si sta valutando una risposta “proporzionata” con l’obiettivo di scoraggiare il presidente Bashar Assad dal compiere nuovi attacchi chimici in futuro. Cameron ha richiamato questo pomeriggio il Parlamento dalle ferie estive per una sessione da tenersi giovedì sulla possibile azione contro Damasco. Il premier era sotto pressione da parte dei deputati, che chiedevano consultasse con urgenza il Parlamento prima di qualsiasi eventuale azione contro Damasco. Il ministero della Difesa di Londra ha inoltre annunciato anche che una missione di esercitazione della Royal Air Force è stata rimandata. Nel corso delle manovre jet da combattimento Typhoon avrebbero dovuto essere schierati sull’isola di Cipro.
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