Maumere (Indonesia), 12 ago. (LaPresse/AP) – Dopo aver causato sei morti nel fine settimana, il vulcano Mount Rokatenda, sull’isola indonesiana di Palue, continua a eruttare lava e cenere. Oltre 500 abitanti dell’isola, che in precedenza si erano rifiutati di lasciare l’area di sicurezza di tre chilometri attorno al vulcano, sono stati trasportati oggi nella vicina isola di Flores, come riferisce il funzionario locale Mutiara Mauboi. I corpi di due bambini uccisi dal’eruzione non sono ancora stati recuperati, ma ora le attività dei soccorritori si concentrano per lo più sull’evacuazione. “Tutti i residenti degli otto villaggi di Palue – spiega Mauboi – devono essere spostati gradualmente”.

Oggi l’attività eruttiva è leggermente diminuita, ma il potenziale pericolo resta alto perché il vulcano continua a rilasciare nuvole di gas caldo, spiega il vulcanologo Surono, che utilizza solo il nome come molti indonesiani. La lava e la cenere hanno già ricoperto parte dell’isola, che ha un raggio di soli 4 chilometri e si trova nella provincia di Nusa Tenggara Orientale. Circa un quarto delle 12mila persone che vicino a Palue erano già state portate a Flores dopo che il vulcano aveva iniziato a eruttare lo scorso ottobre, ricorda Tini Thadeus, capo dell’agenzia locale per la gestione dei disastri, il quale spiega che il governo ha dato l’ok per la costruzione di nuove case per gli sfollati.

Le sei vittime che si sono avute ieri erano residenti che si erano rifiutati di lasciare l’area lo scorso anno, quando era stata stabilita la zona di sicurezza. Molti abitanti della zona sono infatti convinti, secondo l’antica usanza, che la loro presenza sia necessaria affinché la lava non distrugga i villaggi, spiega ancora Thadeus. Tra le vittime c’è anche la nonna dei due bambini trovati senza vita, una donna di 58 anni. Il Mount Rokatenda è uno dei 129 vulcani attivi in Indonesia, arcipelago di oltre 17mila isole dove vivono in tutto 240 milioni di persone.

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