Il Cairo (Egitto), 7 ago. (LaPresse/AP) – Nuova giornata di tensione in Egitto, dove la presidenza ha annunciato che gli sforzi internazionali per porre fine alle tensioni con i fratelli Musulmani sono falliti e il governo ha aggiunto che la decisione di sgombrare i sit-in dei sostenitori dell’ex presidente Morsi è “irreversibile”. L’esponente dei Fratelli musulmani Mohammed el-Beltagy ha risposto che i sostenitori del presidente deposto Morsi non sono preoccupati dalla possibilità di sgombro dei sit-in al Cairo. Intanto Stati Uniti e Unione Europea hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione con un comunicato congiunto.

FALLITI TENTATIVI DIPLOMATICI. E’ la presidenza ad annunciare che gli sforzi internazionali per porre fine alle tensioni con i Fratelli musulmani sono falliti. L’ufficio del presidente ad interim Adly Mansour ha dichiarato che la fase degli sforzi diplomatici cominciata 10 giorni fa si è conclusa, aggiungendo che che ritiene i Fratelli musulmani responsabili del fallimento. Negli ultimi giorni si erano susseguiti tentativi di mediazione da parte di inviati di Usa, Ue e Paesi del Golfo.

LA DECISIONE DI SGOMBRARE E’ IRREVERSIBILE. Dopo l’annuncio sui tentativi falliti di mediazione arriva la dichiarazione del primo ministro Hazem el-Beblawi: la decisione del governo egiziano di sgomberare i sit-in dei sostenitori di Mohammed Morsi è irreversibile. Il primo ministro dell’Egitto lo ha dichiarato leggendo un comunicato del governo alla televisione di stato, lasciando intendere la possibilità di una repressione. Nel suo comunicato, il primo ministro aveva dichiarato che il governo “ha sperato di risolvere questa crisi durante questo periodo senza l’intervento delle forze di sicurezza” ma che i sit in non sono stati pacifici e che i manifestanti hanno spaventato i cittadini, bloccato le strade, attaccato palazzi del governo e minacciato la sicurezza. “L’uso di armi contro la polizia o i cittadini sarà trattato con estrema fermezza e forza” ha aggiunto il primo ministro.

LA REPLICA: NON SIAMO PREOCCUPATI. Dura la risposta di Mohammed el-Beltagy, esponente dei Fratelli Musulmani. Secondo el-Beltagy i sostenitori del presidente deposto Morsi non sono preoccupati dalla possibilità di sgombro dei sit-in al Cairo. “Quello di cui ci preoccupiamo è che ci siano discorsi chiari sulla nostra posizione contro il colpo militare e l’importanza del ritorno della legittimità” ha detto el-Beltagy ad Associated Press, aggiungendo che il comunicato del governo evidenzia che “mancano di una visione rispetto alla scena politica”. Non è chiaro cosa implicherà la repressione o quando comincerà, ma sembra improbabile che cominci fino alla prossima settimana. Secondo il comunicato del governo l’esecutivo non intende agire durante il Ramadan, che finisce oggi. Un comunicato separato del presidente ad interim egiziano ha descritto i quattro giorni ufficiali di celebrazioni di Id al-Fitr che seguono il mese del Ramadan come “tolleranti e armoniosi”.

USA E UE CHIEDONO SOLUZIONE PACIFICA. Con un comunicato congiunto il segretario di Stato Usa John Kerry e l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Catherine Ashton hanno chiesto una soluzione pacifica della situazione di tensione in Egitto, dicendosi preoccupati dal fatto che governo e opposizione non abbiano ancora trovato un accordo per interrompere una situazione di stallo pericolosa. “Il governo egiziano ha una responsabilità speciale di cominciare questo processo per assicurare la sicurezza e il benessere dei suoi cittadini” si legge nella dichiarazione congiunta. “Adesso non è il momento di valutare responsabilità, ma di prendere iniziative che possano aiutare a iniziare un dialogo e far avanzare la transizione

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