Taipei (Taiwan), 2 ago. (LaPresse/AP) – Pugni e rissa tra i parlamentari di Taiwan che si apprestavano a votare su una proposta che avrebbe dato il via libera a un referendum sulla realizzazione di una quarta centrale nucleare nell’isola, popolata da 23 milioni di persone. Quello dell’energia nucleare è da tempo un tema caldo a Taiwan, ancor di più dopo il disastro nucleare di Fukushima, in Giappone, nel 2011. Molti abitanti considerano il nucleare un inaccettabile rischio per la sicurezza nell’isola spesso colpita da terremoti, ma gli analisti sostengono che rischiosi black-out sarebbero inevitabili se il quarto impianto non sarà completato.
Lo scontro ha visto confrontarsi le forze a favore del referendum, del Partito nazionalista del presidente Ma Ying-jeou, e quelle anti-nucleari, legate alla principale formazione di opposizione, il Partito democratico progressista. I membri di quest’utlimo hanno occupato il podio legislativo ieri sera, minacciando di interrompere il voto. Oggi, tuttavia, nel Parlamento guidato dai nazionalisti con un’ampia maggioranza, la proposta dovrebbe passare senza problemi. La rissa è scoppiata nella sessione della prima mattina. Le immagini di Associated Press mostrano otto persone coinvolte negli scontri. Due si picchiano a terra, mentre le altre provano a separarle. Intanto, una decina di attivisti in camicia gialla cantano e mostrano cartelli da una balconata, mentre altri spruzzano acqua sui parlamentari che si trovano di sotto. Nella mischia vengono gettate anche alcune bottiglie d’acqua.
La costruzione della quarta centrale nucleare nel Paese è iniziata nel 1997 ed è stata fermata quando il Partito democratico progressista è stato al potere, tra il 2000 e il 2008. Se il referendum approverà il completamento, potrà essere operativa entro il 2016. Alcuni deputati di opposizione si oppongono a qualsiasi idea di referendum, mentre altri sostengono che il linguaggio utilizzato nella consultazione popolare sia da modificare perché orientato. Secondo il disegno di legge che sarà votato, agli aventi diritto sarà chiesto se siano d’accordo con l’affermazione che “la costruzione del quarto impianto nucleare debba essere interrotta ed esso non diventi operativo”.
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