Quetta (Pakistan), 30 giu. (LaPresse/AP) – Giornata di sangue in Pakistan, in concomitanza con la visita del premier britannico David Cameron che ha incontrato a Islamabad il primo ministro Nawaz Sharif. L’episodio peggiore è avvenuto a Quetta, in Belucistan, dove una duplice esplosione nei pressi di una moschea sciita ha provocato la morte di almeno 28 persone, e il ferimento di alcune decine. Tra le vittime si contano nove donne e alcuni bambini.

Secondo le prime notizie, dapprima è scoppiata una bomba a mano, che ha spinto molte persone a radunarsi nei pressi della moschea, dove un attentatore suicida si è fatto esplodere. Le forze di sicurezza, spiega il segretario provinciale Akbar Durrani, hanno impedito all’attentatore di entrare nell’edificio religioso, evitando così che il bilancio potesse essere ancora più grave. Nessuno per ora ha rivendicato la responsabilità dell’attentato, ma i sospetti cadono sul gruppo militante Lashkar-e-Jhangvi, che in passato ha condotto molti attacchi simili in Belucistan.

Altre 17 persone sono morte inoltre a causa dell’esplosione di un’autobomba contro un convoglio paramilitare dei Frontier Corps. nella periferia di Peshawar. Quattro soldati hanno invece perso la vita nel Nord Waziristan quando una bomba ha colpito un convoglio dell’esercito.

Un appello contro il terrorismo è stato lanciato da Cameron e Sharif. “I nemici del Pakistan – ha detto il premier britannico in conferenza stampa – sono nemici del Regno Unito. Noi staremo insieme e combatteremo questa battaglia contro l’estremismo e il terrorismo”. Cameron ha poi accolto con favore l’impegno assunto da Islamabad per contribuire a promuovere un accordo di pace con i talebani in Afghanistan. Il Pakistan è considerato un Paese chiave per arrivare a un accordo, visto il suo storico legame con gli insorti.

“Garantirò al primo ministro Cameron la nostra ferma volontà di promuovere l’obiettivo condiviso di un Afghanistan pacifico e stabile, in cui possano fare rientro con onore e dignità i 3 milioni di rifugiati afghani che attualmente vivono in Pakistan”, ha affermato Sharif. Il premier pakistano ha inoltre ribadito la volontà di portare avanti colloqui di pace con i talebani pakistani, benché una serie di attacchi condotti dal gruppo da quando lo stesso Sahrif ha assunto l’incarico a inizio giugno abbiano sollevato molti dubbi sull’approccio adottato.

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