Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Bruxelles (Belgio), 27 giu. (LaPresse) – Si presenta con le carte in regola il premier Enrico Letta al Consiglio europeo di Bruxelles. Arriva infatti forte del pacchetto di misure da un miliardo e mezzo varato ieri dal Consiglio dei ministri per rilanciare l’occupazione giovanile. Decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato e vantaggi fiscali, soprattutto al Sud. Misure che, secondo il Governo, dovrebbero favorire l’assunzione di 200mila lavoratori in un anno e mezzo. Si tratta di un “provvedimento importante”, ha sottolineato Letta, “che mi consentirà di andare in Europa a fare la battaglia contro la disocuppazione giovanile. Daremo un duro colpo a questa piaga”.
Misure accompagnate dallo slittamento al primo ottobre (ma in Parlamento si potrà concordare una ulteriore proroga) dell’aumento dell’Iva. Una scelta, questa, imposta dal leader Pdl Silvio Berlusconi che, in caso contrario, minacciava di ritirare l’appoggio all’esecutivo, ma che ora Letta – individuate le coperture senza fare ricorso a nuovo debito, con acconti più pesanti di Irpef e Ires e una tassazione maggiore delle sigarette elettroniche – può giocarsi a Bruxelles come ulteriore prova degli sforzi di Roma per contrastare la crisi. Secondo le stime dell’esecutivo, infatti, il complesso delle misure sull’occupazione e lo slittamento dell’Iva porteranno un contributo di crescita del Pil pari allo 0,2% nel 2014 e all 0,4% nel 2015.
Il Cdm ha anche varato un decreto per fare fronte al sovraffollamento carcerario in vista dell’arrivo del caldo, che ogni anno fa esplodere il problema in tutta la sua gravità. Un tema sul quale l’Italia è stata più volte condannata dalla Corte di Strasburgo. In questo caso non è l’Ue a bacchettare il nostro Paese ma il Consiglio d’Europa, organizzazione del tutto indipendente dall’Ue, ma il risultato di immagine di una Italia che affronta di petto il problema ha la sua eco naturalmente anche a Bruxelles.
E’ un Consiglio europeo, questo, preparato con cura da Letta, che due giorni fa si è presentato alle Camere con un discorso molto chiaro: “Quello che ci attende a Bruxelles sarà un confronto duro e importante. Sarà un confronto politico. Politiche vogliono e debbono essere dunque queste mie comunicazioni alle Camere, così come politico sarà l’intervento di cui mi farò portatore dentro la sala del Consiglio europeo”. Letta ha posto “l’accento una volta ancora sul dramma del lavoro che non c’è, sugli oltre 15 milioni di ragazzi senza un’occupazione, una prospettiva, un’opportunità di realizzazione, sull’Europa che o dà risposte concrete e immediate a problemi epocali come quelli che viviamo oppure lentamente muore”.
“Non potevamo accettare – ha sottolineato – che il Consiglio europeo di giugno si occupasse soltanto di procedure, di governance, di tecnicismi. Per questo volevamo che si discutesse di problemi veri, di questioni che entrano ogni giorno, ogni sera, nella vita di tutte le famiglie italiane ed europee. Ho sollevato la necessità con vari leader europei già nei primi incontri internazionali, riscontrando ovunque un consenso largo e perfino inaspettato”.
“Ho voluto – ha spiegato – che l’Italia ponesse un problema politico, ma contribuisse anche, con idee concrete, a fornire risposte pratiche. Ho scritto al presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy, il 24 maggio, inviando le proposte italiane per un’agenda europea di azioni contro la disoccupazione giovanile crescente. Come sapete, un primo traguardo è stato raggiunto: quello del lavoro giovanile, del lavoro per i giovani, è ora un cardine della nuova agenda europea. È un risultato politico che rivendico”. Un discorso con il quale ha incassato il mandato a condurre l’Italia alla testa del fronte anticrisi: a Montecitorio sono stati 370 i voti a favore e 132 contrari, mentre al Senato i sì sono stati 204 voti contro 49 no.
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