Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), 10 giu. (LaPresse/AP) – Continuano le proteste antigovernative in Bosnia-Erzegovina. Centinaia di persone hanno marciato oggi nelle strade di Sarajevo fino alla sede del Parlamento. I manifestanti chiedono che i politici facciano il proprio mestiere e che pongano fine ai disaccordi a sfondo etnico. Le proteste erano iniziate mercoledì scorso quando un gruppo di manifestanti aveva circondato il Parlamento chiedendo ai deputati di approvare una nuova legge sui numeri di identificazione personali, dopo che il provvedimento precedente è stato invalidato a febbraio scorso dalla Corte costituzionale.

La decisione ha di fatto creato un vuoto legislativo a causa del quale i bambini nati da febbraio in poi non possono ricevere documenti di identità. A scatenare la rabbia dell’opinione pubblica è stata la storia di una bimba di tre mesi gravemente malata che non può essere trasferita all’estero per ricevere cure mediche urgenti perché non ha un passaporto.

Giovedì sera i manifestanti hanno circondato nuovamente il Parlamento, bloccando dentro per tutta la notte circa 1.500 persone, tra deputati, ospiti stranieri e dipendenti. In risposta all’assedio il governo ha accettato di emettere documenti temporanei finché, entro sei mesi, non sarà approvata una legge sui nuovi numeri di identificazione personale. Le proteste sono tuttavia continuate e i dimostranti chiedono che i deputati approvino una legge definitiva.

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