Ankara (Turchia), 4 giu. (LaPresse/AP) – Dopo una giornata relativamente tranquilla, tornano le tensioni in Turchia. Questa sera, dopo che migliaia di cittadini sono tornati a radunarsi vicino a piazza Taksim, a Istanbul, la polizia ha usato gas lacrimogeni nei pressi del consolato tedesco contro alcune centinaia di dimostranti che avevano iniziato a lanciare mattoni in direzione degli agenti.
Molte delle strade che conducono a piazza Taskim, dove venerdì è iniziata la protesta che ha scatenato la violenta risposta delle forze di sicurezza, sono bloccate dalle barricate costruite dai manifestanti con cassonetti rovesciati, ringhiere metalliche e automobili danneggiate, per tenere lontana la polizia. Oggi inoltre un gruppo di manifestanti ha attaccato una sede locale del Partito per la giustizia e lo sviluppo del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, vicino a Smirne, terza città della Turchia. I dimostranti hanno dato l’edificio alle fiamme, ma l’incendio è stato presto spento.
Dall’inizio delle proteste sono tre le persone rimaste uccise negli scontri. Di un uomo è stata dichiarata la morte cerebrale a causa di un proiettile che l’ha colpito al capo, un secondo uomo è stato travolto da un’auto, mentre il terzo, un ragazzo di 22 anni, è morto la notte scorsa ad Antakya, non è chiaro se per un proiettile. Nel pomeriggio il vice premier Bulen Arinc ha incontrato il presidente Abdullah Gul e poi ha chiesto scusa per la repressione messa in atto nella prima giornata di manifestazioni a piazza Taksim. Nell’azione condotta venerdì, ha detto Arinc, “l’eccessiva violenza esercitata sulle persone che stavano manifestando è stata sbagliata e ingiusta” e per questo “mi scuso con i cittadini”. Arinc ha quindi spiegato che il governo sta prendendo “tutte le misure” per garantire che simili “incidenti” non si ripetano per mano della polizia.
Domani, secondo giorno di sciopero, convocato dalla Confederazione dei sindacati del settore pubblico, il vice premier Arinc incontrerà i membri di una delegazione di manifestanti di piazza Taksim, tra cui attivisti, architetti e accademici che si sono battuti per difendere il parco nella grande piazza di Istanbul. Il primo ministro Erdogan rimane invece all’estero per una visita in Marocco, Algeria e Tunisia.
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