New York (New York, Usa), 14 mag. (LaPresse/AP) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha “condannato nei termini più forti l’attentato” di ieri a Bengasi, in Libia, sottolineando la “necessità di portare i responsabili di questa azione davanti alla giustizia”. Il Consiglio Onu ha inoltre invitato tutti i Paesi a collaborare con le autorità libiche a indagare sul caso. Ieri un’autobomba è esplosa vicino al principale ospedale di Bengasi, nell’est del Paese, distruggendo parte della struttura e provocando diversi morti. Sul bilancio delle vittime ci sono bilanci differenti, che vanno da tre a 10 morti a seconda delle fonti.

Piccole proteste sono scoppiate a Bengasi e Tripoli dopo l’attentato. Alcune persone sono scese in strada cantando slogan come ‘Dov’è l’esercito’ e ‘Oh Zidan, oh Zidan, dovunque c’è sangue del popolo libico’. Ali Zidan è il nome del primo ministro della Libia. I testimoni riferiscono che la novità di questo attacco è costituita dal fatto che, cosa insolita, è avvenuta di giorno e in un posto affollato di civili, mentre finora le esplosioni si erano verificate di notte e avevano preso di mira stazioni di polizia e missioni straniere. L’esplosione è avvenuta in via Beirut, una zona residenziale e di shopping.

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