Washington (Usa), 3 mag. (LaPresse) – Gli attentatori di Boston, i due fratelli ceceni Tsarnaev, avevano originariamente pensato di compiere un attacco suicida nel giorno dell’Indipendenza, il 4 luglio, lungo la Charles River Esplanade di Boston. È quanto ha rivelato all’Fbi il fratello più piccolo dei due, il 19enne Dhzokhar, che è l’unico rimasto in vita. Il più grande infatti, il 26enne Tamerlan, è morto in una sparatoria con la polizia mentre provava a fuggire. A riferire delle rivelazioni è la stampa americana, che cita fonti ufficiali coperte dall’anonimato.
Successivamente, ha raccontato Dzhokhar Tsarnaev alle autorità federali, con il fratello ha deciso di non compiere un attacco suicida ma di utilizzare le bombe con pentole a pressione. I due hanno realizzato gli ordigni nell’appartamento di Tamerlan a Cambridge, in Massachusetts, e visto che sono riusciti a completarli prima del previsto hanno deciso di anticipare l’attentato. La scelta del posto in cui fare esplodere le bombe è avvenuta dopo un giro in macchina per Boston, ha spiegato il ragazzo, dicendo che alla fine la decisione è caduta sul traguardo della maratona di Boston nel Patriots Day.
Le fonti esprimono comunque scetticismo sulle rivelazioni di Tsarnaev, dicendo che gli ordigni utilizzati sono molto complessi e questo rende improbabile che i due fratelli abbiano completato la costruzione delle bombe così velocemente come l’attentatore ancora in vita ha raccontato.
Dzhokhar Tsarnaev, inoltre, ha riferito alle autorità federali che con il fratello aveva guardato su internet i sermoni di Anwar al-Awlaki, il religioso americano radicale che si è trasferito in Yemen ed è stato ucciso a settembre del 2011 in un attacco compiuto con un drone americano. Non ci sono indicazioni che lascino pensare che i fratelli Tsarnaev possano avere comunicato con al-Awlaki.
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