Savar (Bangladesh), 28 apr. (LaPresse/AP) – Si fanno sempre più complicate e difficili le operazioni di soccorso tra le macerie del palazzo di otto piani crollato mercoledì a Dacca, in Bangladesh. Mentre il bilancio delle vittime accertate è salito oggi a 377, nel pomeriggio si è scatenato un incendio. Come riferisce un volontario, Syed Al-Amin Roman, le fiamme si sono sprigionate mentre i soccorritori stavano cercando di liberare una donna intrappolata tra le macerie, tagliando un barra d’acciaio e generando delle scintille. Almeno tre soccorritori sono rimasti feriti dal fuoco.
Le squadre operative si sono allontanate dal posto, ma stanno ancora cercando di raggiungere eventuali sopravvissuti in altre parti dell’edificio. I vigili del fuoco sono subito intervenuti per spegnere il fuoco. “Speriamo di essere in grado di controllarlo”, ha commentato il brigadier generale Mohammed Siddiqul Alam Shikder, che sovrintende le operazioni di soccorso.
Intanto oggi, dopo i sei arresti dei giorni scorsi, è stato fermato il proprietario del palazzo, Mohammed Sohel Rana, ricercato da ieri. Sua moglie era già stata arrestata per essere interrogata. L’uomo, che in base alle notizie emerse nei giorni scorsi è un leader locale del fronte giovanile del partito al potere, la Lega popolare bengalese (Awami League), è stato fermato vicino al varco di Benapole lungo il confine con lo Stato del Bengala occidentale. Ora il proprietario verrà trasportato in elicottero nella capitale Dacca. L’annuncio dell’arresto è stato dato con gli altoparlanti anche sul luogo del crollo, dove la gente ha applaudito e festeggiato.
Questa mattina era stata estratta viva dalle macerie una operaia, che lavorava in una delle aziende tessili che avevano sede nel palazzo crollato. Quella di Dacca è la peggiore tragedia che abbia mai colpito l’industria dell’abbigliamento in Bangladesh, il cui giro d’affari è di circa 20 miliardi di dollari all’anno. Tra le aziende che lavoravano nel palazzo ci sono Phantom Apparels, Phantom Tac, Ether Tex, New Wave Style e New Wave Bottoms, alcune delle quali producono abbigliamento per il mercato occidentale. In tutto impiegavano nell’edificio 3.122 lavoratori, ma non è chiaro quante persone si trovassero al suo interno al momento del crollo.
La polizia ha fatto sapere che aveva ordinato l’evacuazione dell’edificio, già in pessime condizioni, nella giornata di martedì, dopo che erano state identificate delle crepe. Ma le compagnie hanno ignorato l’ordine e hanno continuato a lavorare. Intanto, un video girato poco prima del crollo e fatto girare in questi giorni mostra crepe nei muri, colonne di cemento mancanti e poliziotti parlare con gli operatori edili.
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