Tupelo (Mississippi, Usa), 27 apr. (LaPresse/AP) – Svolta nell’indagine sulle lettere avvelenate alla ricina, spedite nelle settimane scorse al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, al senatore Roger Wicker e al giudice 80enne Sadie Holland. La scorsa notte, attorno all’una, quando in Italia erano le 9 del mattino, è stato infatti arrestato il 41enne Everett Dutschke, nella sua casa di Tupelo, in Mississippi. Come hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore Felicia C. Adams e Daniel McMullen, agente dell’Fbi incaricato in Mississippi, l’uomo è stato ufficialmente incriminato. Il 41enne, che se condannato rischia l’ergastolo, dovrebbe comparire lunedì alla Corte distrettuale di Oxford. Nei giorni scorsi il suo avvocato Lori Nail Basham, che oggi non ha voluto rilasciare commenti, aveva fatto sapere che il 41enne stava “pienamente collaborando” con gli investigatori.

Le lettere furono spedite lo scorso 8 aprile e, secondo quanto accertato da test di laboratorio, contenevano ricina. In un primo momento le indagini avevano portato a Kevin Curtis, imitatore di Elvis, arrestato e trattenuto alcuni giorni, ma poi rilasciato. Le accuse nei suoi confronti sono state ritirate dopo che nella sua abitazione non sono state trovate tracce di veleno. Nel frattempo le autorità hanno spostato l’attenzione proprio verso Dutschke, la cui casa è stata perquisita. “Siamo sollevati ma anche rattristati. Questo crimine è a dir poco diabolico”, commenta oggi Christi McCoy, avvocato di Curtis.

Curtis e Dutschke si conoscono e il primo aveva fatto sapere di aver discusso con il 41enne sulla pubblicazione di un libro su una presunta cospirazione volta a vendere parti di corpi umani sul mercato nero. I due però avevano poi litigato. Entrambi conoscevano il senatore Wicker e sono legati in qualche modo a Holland. Quest’ultimo era infatti giudice capo nel caso che vedeva Curtis indagato per aver assalito un avvocato di Tupelo nel 2004 e lo condannò a sei mesi di carcere. Il collegamento tra Holland e Dutschke deriva invece da uno scontro politico avuto nel 2007, durante un comizio, tra i familiari del giudice e l’uomo ora arrestato.

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