Roma, 8 apr. (LaPresse) – Uno “stile elegante e gentile, distaccato ma anche con tratti di umanità e disponibilità verso gli studenti, teso ad abbinare quei tratti tipici dell’accademico che deve impartire delle conoscenze ma al tempo stesso con la straordinaria capacità di chi è stato sul campo e ha toccato con mano le questioni”. E’ il ritratto di Miodrag Lekic, lo sfidante del presidente uscente alle elezioni presidenziali del Montenegro, Filip Vujanovic, tracciato dal professor Domenico Fracchiolla che, con lui, alla Luiss a Roma, insegna diplomazia e tiene un laboratorio di analisi delle dinamiche economico-politico-istituzionali della globalizzazione. “Per cinque anni – spiega – abbiamo insegnato insieme tecnica del negoziato internazionale alla Luiss”.
Sui risultati delle elezioni in Montenegro ancora non ci sono i risultati definitivi. Sia Lekic, sostenuto da una coalizione liberale, che il presidente uscente Vujanovic, di area socialista, rivendicano la vittoria. I detrattori dipingono Lekic come troppo vicino alla Serbia e troppo critico con la Nato. “Non conoscono la sua storia”, sottolinea Fracchiolla. “Dovrebbero leggere il suo diario, ‘La mia guerra alla guerra’ (pubblicato in Italia da Guerini e Associati nel 2006, ndr). Durante la crisi con la Serbia – spiega – lui era ambasciatore della Serbia-Montenegro e assunse posizioni dure contro Milosevic, anche rischiando personalmente, rispondendo all’imperativo kantiano del senso del dovere e di giustizia”. Ciò non gli impedisce, però, continua, di essere critico nei confronti della Nato, dalla quale pretende le scuse per i bombardamenti del 1999. “Nel suo discorso politico – spiega – è forte l’accento sui diritti umani”. Lekic “punta ancora più di Vujanovic – aggiunge – all’integrazione europea e con la Nato, tanto che questo è un punto importante delle nostre lezioni”.
Ma soprattutto, spiega ancora Fracchiolla, Lekic punta molto sulla battaglia contro la corruzione diffusa nel Paese. Un fenomeno molto forte in Montenegro, secondo l’Osce e le ong che si occupano trasparenza. “La patente di legalità – sottolinea Fracchiolla – di parte importante dell’attuale establishment è molto compromessa” per via dei rapporti con le organizzazioni dedite al contrabbando in Puglia. “Il fatto che vari procedimenti giudiziari in Italia – spiega – si siano conclusi con prescrizioni o assoluzioni non significa che i rapporti di una parte dell’elite montenegrina con i contrabbandieri pugliesi non ci siano stati, e questo ha incrinato fortemente l’economia sana del Paese”.
Prima di insegnare alla Luiss, Lekic ha tenuto lezioni anche a La Sapienza. Laureato in Scienze politiche, indirizzo relazioni internazionali, presso l’università di Belgrado nel 1971, è stato borsista del Governo francese (1976-77) per un periodo di specializzazione presso l’Université de Paris IV – Sorbonne. E’ stato ambasciatore della Jugoslavia in Mozambico, Lesotho e Swaziland (1990-1992), ministro degli Affari esteri della Repubblica di Montenegro (1992-1995), ambasciatore della Jugoslavia (Serbia/Montenegro) presso lo Stato italiano e Malta (per due mandati) fino al 2003. Recentemente ha pubblicato articoli su diverse riviste di politica internazionale: Limes, Affari Internazionali, Rivista di Studi Politici Internazionali, Lettera internazionale, Limes Plus, Studi Diplomatici. Ha pubblicato nel 2006 il volume, che contiene il diario diplomatico, ‘La mia guerra alla guerra’, con la prefazione di Sergio Romano. Coautore del volume ‘Italia e Montenegro’ e di ‘Dopo la pioggia – Gli Stati della ex-Jugoslavia e l’Albania’. Ho pubblicato nel 2012 ‘Storia d’Italia’ in 2 volumi in lingua Serbo-Croato.
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