Parigi (Francia), 28 mar. (LaPresse) – Nonostante la crisi dell’euro sia in via di superamento, esistono Paesi ancora fragili, ma non bisogna insistere troppo su rigore e austerity perché rischiano di essere poco efficaci e facilitare la nascita di governo populisti. È il pensiero di François Hollande, intervistato questa sera da France 2, per un intervento a tutto tondo, in cui ha affrontato tematiche legate principalmente all’economia, interna e transnazionale, e agli affari esteri.

“Su che cosa siamo intervenuti? Sulla crisi dell’euro, e io ho contribuito fortemente, anche se ci sono alcuni Paesi ancora fragili”, ha detto il presidente francese, sottolineando come l’Europa sia “in recessione”, mentre la “Francia è a crescita zero”. La crisi, ha tuttavia proseguito, è “troppo lunga” e “io ho il dovere di farne uscire la Francia, con ogni mezzo”. Alla ricerca di una ricetta per superare la crisi, Hollande punta il dito contro l’eccessivo rigore che, a suo avviso, rischia di “non ridurre il deficit” e al tempo stesso aumenta la possibilità di avere “governi populisti”.

Sul fronte interno, il presidente ha cercato di mettere una pezza alla bocciatura della tassa sui super-ricchi e ha annunciato una misura dura contro i maxi stipendi dai manager. “Per le remunerazioni superiori a un milione di euro – ha spiegato – le imprese dovranno contribuire con una tassazione del 75%”. Sul piano fiscale, ha speicificato Hollande, “ho preso due decisioni: sulla cessione di impresa e sulle remunerazioni eccessive nelle grandi aziende. Nel primo caso la fiscalità sarà ridotta. Nel secondo, quando la paga supererà un milione di euro, l’impresa dovrà pagare una contribuzione al 75%”.

Parte dell’intervista si è concentrata anche sulla sempre più difficile questione siriana. Il presidente ha garantito che la Francia “rispetta l’embargo”, che viene invece “violato dai russi, che inviano armi al regime di Bashar Assad”. “Non si effettuano consegne di armi, senza la certezza che esse vengano usate da oppositori legittimi”, ha aggiunto Hollande, che ha poi rassicurato: “Non lasceremo che il popolo venga massacrato, senza reagire”. Attenzione anche al Mali da dove presto, ha assicurato, inizieranno a ritirarsi molti dei soldati francesi impegnati sul terreno. Nel Paese africano, ha dichiarato, “vogliamo che si tengano elezioni prima della fine di luglio. Saremo inflessibili su questo. E al voto tutte le componenti della società maliana dovranno essere rappresentate”.

Inevitabile poi un accenno al caso Bettencourt che ha travolto il suo predecessore Nicolas Sarkozy, indagato per presunti finanziamenti illeciti ricevuti per la campagna elettorale del 2007 da Liliane Bettencourt, 90enne ereditiera L’Oreal, tra le donne più ricche di Francia. Si presume che Sarkozy “sia innocente”, ha detto il presidente socialista il quale poi ha sottolineato che i giudici “devono essere rispettati per la loro indipendenza”. “Io – ha affermato – ne sono il garante”.

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